Ugo Conti attore italiano e poliedrico, ha interpretato magistralmente sia ruoli comici che drammatici. Lo ricordiamo in: “Eccezzziunale.. veramente”, “Marrakech Express”, “Vacanze di Natale ’90”, “Puerto Escondido”, “La scorta”, “Gli inaffidabili”, “Il testimone dello sposo”, “Paparazzi” e tantissimi altri. Da sempre spalla in ambito lavorativo e grande amico nella vita privata del collega Diego Abatantuono, infatti nella quasi totalità delle pellicole di quest’ultimo, Ugo Conti ha un ruolo, in particolare nei film di Gabriele Salvatores.
Tra i suoi film indimenticabili che lo vedono protagonista “Mediterraneo”, film diretto da Salvatores (Premio Oscar al miglior film in lingua straniera nel 1992). Compare anche ne “Il Viaggio”, uno spot prodotto dalla Colorado Film per la FAPAV.
Sei nato in un quartiere periferico di Milano e dal quartiere sei arrivato al grande successo internazionale. Raccontaci il tuo vissuto forte che ti ha permesso di essere il grande uomo e artista che sei oggi.
Nasco in una zona periferica di Milano, il famoso “Giambellino”. Una zona molto popolare, vissuto all’epoca dalla maggior parte di pugliesi che lavoravano come ortolani e pescivendoli. Io avevo poca voglia di andare a scuola, pensavo soltanto a giocare a pallone. Poi crescendo nel mio quartiere è cominciato a subentrare il mercato dell’eroina e purtroppo ho visto molti amici e conoscenti lasciarci le penne. Per cui era un quartiere molto difficile da frequentare.
Sei stato protagonista in film di successo come “Soldati” di Marco Risi, “Mediterraneo” di Salvatores (Film Premio Oscar nel 1992), alla serie TV “La Scorta” di Tognazzi. Cosa ha significato per te recitare in divisa e interpretare un uomo in divisa?
Sai una delle cose belle del mio lavoro è come quando da bambini si giocava a banditi ed indiani. La finzione. Ti immedesimi nel personaggio per quello. Per me interpretare anche il carabiniere, il militare, il sergente, il bandito, ti dà stimoli, perché devi cercare di vestire abiti che non si è abituati a fare e come diceva il grande Mastroianni: “Il ruolo dell’attore è un gioco che bisogna prendere con filosofia, con molta serenità, quelli che si emozionano sul set fanno ridere, perché se ti emozioni e fai fatica, dopo diventa un casino”. Interpretare ruoli diversi è molto molto bello, perché tutto è molto più divertente.
Ti piacerebbe raccontare la tua storia nelle scuole? Com’è il tuo legame con i giovani fan che ti seguono con ammirazione.
Certo che mi piacerebbe raccontare la mia storia. Io faccio uno spettacolo dove interagiscono molto con il mio pubblico. Credo che il fan, fa parte del mio lavoro. “Senza i fan non sei nessuno”, purtroppo molti miei colleghi non la pensano come me. Bisognerebbe prendere esempio dai grandi attori americani. I fan per la carriera di un’artista sono determinanti e fondamentali.
Viviamo in un paese che attualmente è ancora in stato di emergenza. Che cosa pensi di tutto ciò? Ci sarà una via d’uscita?
La cosa che più mi fa male in questa emergenza è vedere i bambini che tengono nelle scuole la mascherina otto, nove, dieci ore, mi si stringe il cuore e purtroppo del resto non si sa come uscirne, nessuno lo sa. So soltanto che in tutto ciò tanti hanno guadagnato tanti miliardi e li stanno ancora guadagnando. Io non sono un’economista, ma di certo c’è qualcosa che mi sfugge.
La nostra rubrica “Voi figli delle stelle” è dedicata a Pierluigi e Matteo, due poliziotti morti in servizio esattamente due anni fa. Rubrica dedicata a tutte le vittime in servizio e alle loro famiglie. Un tuo messaggio di vicinanza a tutti loro.
Purtroppo sono molti gli appartenenti delle forze dell’ordine che perdono la vita su strada, nelle piazze e negli scontri. Io sono vicino a tutti loro e alle loro famiglie con affetto.