È chiaro che attaccare la sede della Cgil è un atto da condannare per quello che rappresentano i sindacati, la difesa dei diritti dei Lavoratori e del diritto al lavoro dignitoso.
Gli estremisti non hanno colore politico, sono solo dei violenti che vanno fermati con la legge, prevenendo e contrastando con determinazione la loro azione e influenza negativa.
Non si può neanche esprimere solidarietà solo alla Cgil e non parlare della violenza subita dalle FFOO in campo per garantire il diritto a manifestare pacificamente della quasi totalità di quelle persone (credo sfugga ai più cosa significhi stare sul pezzo per tutte quelle ore e rimanere concentrati, proteggendo le persone e isolando la frange violente e antidemocratiche che fanno dimenticare le ragioni della piazza).
Una dimostrazione di preparazione e di professionalità eccellente e da lodare.
L’ordine pubblico ha una funzione sociale indispensabile, permette che lo strumento democratico del diritto a manifestare le proprie idee sia consentito e avvenga in maniera civile.
Ma la manifestazione di sabato ha portato sul tavolo e all’attenzione dei partiti e del Parlamento elementi che non sono stati tenuti in dovuta considerazione, ossia gli effetti della loro scarsa valutazione dell’impatto economico e sociale sulle famiglie causato dall’obbligo del tampone a carico del lavoratore.
Se la comunità scientifica afferma che è solo il vaccino che dà sicurezza sanitaria e lo Stato non decide per la sua obbligatorietà, l’esigenza di mantenere la forza lavoro (e nel nostro caso, la sicurezza, pilastro fondamentale di una società che si proclama democratica) non può ricadere sul lavoratore, ma deve essere in capo al datore di lavoro, con l’aiuto dello Stato.
Le tensioni sociali, la confusione tra i cittadini, sono causate dalla mancanza di decisionismo e di insufficiente previsione dei partiti (che devono saper rappresentare le istanze sociali) degli effetti dei decreti governativi.
Così come la mancanza di attenzione al processo di sindacalizzazione militare, imbrigliato al parlamento che sta comprimendo il diritto sindacale nel tutelare adeguatamente gli Italiani in divisa, allo stato attuale Cittadini di serie Z, ai quali non sono garantiti gli stessi diritti costituzionali di cui godono tutti i lavoratori. La stessa serie Z che permette agli altri Italiani di scendere in piazza e manifestare civilmente la propria contrarietà al vuoto e alla indecisione politica, chiedendo un ritorno a una vera politica che pensi al benessere del Paese.
Il Parlamento torni ad essere il centro di accoglienza delle istanze degli Italiani e dei Lavoratori tutti, inclusi quelli in divisa.