Tanti sono gli appartenenti alle forze dell’ordine che esprimono il loro lavoro in divisa nell’arte, da scrittori, fotografi sino ad arrivare alla musica come di recente “Uno sbirro qualunque”. Ma il primo ad aprire la strada è stato Sebastiano Vitale in arte Revman, che dichiara: “Sono molto contento perché in questi giorni è tornato agli onori delle cronache il fatto che un poliziotto, come ho fatto io ormai nel 2016 presentandomi a cantare con indosso la mia divisa, sia uscito allo scoperto presentandosi come rapper poliziotto. Spero quindi nel mio piccolo, di aver aperto una strada a tutti quei colleghi appartenenti alle forze dell’ordine che vogliano unire l’arte al loro spirito di servizio, al senso di legalità e giustizia che ci accomuna. Voglio lanciare un appello. Non sarebbe bello unire le forze e fondare una crew di rapper poliziotti? Non sarebbe bello che si unissero a noi anche musicisti appartenenti all’arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Penitenziaria?
Revman: il rapper della Polizia di Stato si prepara a lanciare un progetto dall’alto spessore culturale. Chiedendo agli appartamenti di tutte le forze dell’ordine di unire le forze e attraverso la musica collaborare. Forse il futuro del Rap sarà nella Legalità? Lo scopriremo appena Sebastiano Vitale (il rapper poliziotto) ci farà sapere di più su questa interessantissima iniziativa. Intanto potete ascoltare il suo ultimo singolo intitolato “L’indifferenza” che vuole scuotere gli animi dell’occidente sulle sorti dell’Afghanistan, contenente un messaggio di sensibilizzazione per i diritti delle donne e degli uomini del martoriato paese del Medioriente.