C’è chi l’ha definita un “kamikaze”; chi privo di argomenti l’ha insultata nel suo essere donna e chi, in disaccordo, ha quasi auspicato un provvedimento disciplinare nei suoi confronti.Io la definirei la poliziotta “Giovanna D’Arco”, perché rischia il “rogo” della disciplina per aver commesso l’eresia più grave nell’era attuale: esprimere un libero pensiero.
Nandra Nunzia Alessandra Schilirò si è presentata sul palco come una libera cittadina, ma il suo status di poliziotta (strumentalizzato) le è costato fango, gogna e (forse) una disciplina.Nulla di tutto ciò mi stupisce. Non mi stupiscono gogna e fango sui social, quando il livello di informazione oggi si misura sui tweet “autorevoli” di pornodive che ci spiegano i rischi che corrono gli “orifizi” se costantemente sottoposti a tampone; non mi stupisce che possa incorrere in una disciplina, perché da un’Amministrazione pronta a lasciare senza stipendio i suoi uomini se sprovvisti di green pass, certamente non ci si poteva aspettare diversamente.
Una cosa però mi rattrista, ossia vedere una poliziotta sul palco schierarsi con i manifestanti, gli stessi che in altre città si sono scontrati con i suoi colleghi in servizio di ordine pubblico, sfondando i cordoni e creando tensioni.Un cortocircuito ideologico che ha del ridicolo: se sei un poliziotto e dal palco di una manifestazione (da cittadino) dici pacificamente la tua, non puoi e meriti una punizione perché sei un “servitore dello Stato”. Se invece sei un poliziotto e sei sotto quei palchi a garantire l’ordine pubblico, sei un servo e puoi prenderti le botte…