Nel tardo pomeriggio di ieri, gli investigatori della Squadra Mobile di Rimini, diretta dal dott. Mattia Falso, ha tratto in arresto una ventiquattrenne di nazionalità romena e un trentatreenne riminese, a carico dei quali sono emersi gravi indizi di colpevolezza in relazione ad una brutale aggressione.
Era il 5 agosto quando un uomo è stato aggredito dalla sua ex fidanzata che presentatasi sotto casa insieme al nuovo compagno lo aveva colpito al volto ed alla schiena con un taglierino.
All’esito dell’attività d’indagine svolta sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Rimini è quindi scattata l’esecuzione delle misure cautelari nei confronti della coppia di aggressori che dopo la notifica dell’atto sono stati tradotti in carcere.
Dalla ricostruzione dei fatti da parte degli agenti della Mobile riminese, è emerso come la sera dell’aggressione la vittima, un trentanovenne di Rimini, dopo aver discusso con la sua ex, presentatasi in compagnia del nuovo compagno, era stato inseguito in strada e, successivamente, colpito più volte alla schiena ed al volto con un’arma da taglio, prima di riuscire a fuggire ed a raggiungere la Questura.
Agli agenti aveva subito indicato proprio l’ex fidanzata quale autrice, fornendo altresì una serie di dettagli quali la macchina utilizzata dalla coppia per la fuga ed il nome del ragazzo; detti elementi hanno consentito di identificare il nuovo compagno quale secondo soggetto responsabile dell’aggressione.
Dopo alcune ore dal fatto, i presunti autori erano già stati rintracciati dagli investigatori ai quali hanno fornito una loro versione dei fatti che, sin dai primi istanti, aveva destato qualche dubbio. La ragazza aveva dichiarato, a sua volta, di essere stata lei vittima di un’aggressione da parte del trentanovenne all’interno del suo appartamento.
Le risultanze tecniche del sopralluogo effettuato dalla Polizia Scientifica – nel corso del quale sono state individuate numerose macchie di sangue all’esterno e non all’interno dell’abitazione e lungo il percorso di fuga della vittima, oltre al confronto tra le dichiarazioni relative all’arma utilizzata – indicata genericamente dalla vittima come un’arma da taglio e specificamente come un taglierino dalla ragazza – hanno, tuttavia, messo in luce le incongruenze di quanto riferito dalla donna.
A rendere ancora più chiaro il quadro indiziario è concorso un ulteriore aggressione verificatasi il 16 agosto scorso quando la coppia di indagati si è resa protagonista di un’ulteriore aggressione nei confronti di un altro uomo, un cinquantenne riccionese.
Quest’ultimo, fermo ad un semaforo a bordo della sua vettura, è stato minacciato con un taglierino, dall’uomo della coppia, il quale gli avrebbe intimato di non importunare più la sua ragazza.
Anche in questo caso, la vittima è riuscita a raggiungere la Questura inseguito dalla coppia; sul posto personale della sezione Volanti hanno avuto modo di identificare gli inseguitori che son risultati essere gli stessi della precedente aggressione condotta con l’arma da taglio.
Sulla base di quanto riferito dalla vittima e da un testimone che ha assistito all’aggressione, è stata effettuata una perquisizione personale e veicolare, a seguito della quale è stato rinvenuto proprio un taglierino di grosse dimensioni con la lama sporca di sangue; detto aspetto ha contribuito a rafforzare il già forte quadro indiziario nei confronti degli aggressori.
I gravi episodi sopra descritti, oggetto di accurata ricostruzione probatoria da parte degli agenti della mobile, anche in ragione della consequenzialità comportamentale degli interessati, hanno evidenziato la pericolosità degli indagati, peraltro già in precedenza destinatari di ulteriori provvedimenti.
In relazione a quanto sopra, di concerto con la Procura della Repubblica di Rimini è stata richiesta al G.I.P. l’attivazione di attività tecnica e la contestuale emissione urgente di un provvedimento restrittivo, eseguito poi nel pomeriggio di ieri dagli agenti della Sezione reati contro la persona della Squadra Mobile.
La donna, quindi, è stata trasferita nella sezione femminile del carcere di Forlì, mentre l’uomo in quello di Rimini , entrambi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.