Oggi pomeriggio in zona Lorenteggio a Milano, un poliziotto è stato brutalmente aggredito da un giovane O.D. che, all’atto di un controllo non ha voluto fornire i documenti.
La pattuglia ha fermato due persone per un semplice e banale controllo, ma una volta chiesti i documenti, uno dei due ha sferrato un pugno all’agente causandogli un trauma facciale, una lussazione al palato e ferite varie. I giorni di prognosi sono 21.
A denunciarlo a Forze Armate News è Pasquale Alessandro Griesi, segretario provinciale di Milano del sindacato di polizia Fsp.
“Non è possibile che si vedano ancora oggi queste scene di “ordinaria follia” di violenza inaudita nei confronti di un operatore delle Forze dell’ordine! – dice Griesi – Quel viso pieno di sangue rappresenta tutti noi operatori, siamo stanchi di questo trattamento che
sembra quasi sia consentito dallo Stato! Capisco la cittadinanza, in Italia paga solo chi ha qualcosa da perdere o chi ha lavorato una vita, il resto nulla! Come FSP siamo qui a chiedere nuovamente e a gran voce La creazione di regole d’ingaggio per
consentire al poliziotto di fare sempre meglio il proprio lavoro, anche con un cuscinetto di distanza, ove chi è sottoposto a controllo o chi si trova in manifestazione sa che non deve oltrepassare quella linea di confine che lede la sicurezza degli operatori proprio per evitare il contatto! Delle tutele legali complete, sosteniamo la necessità di rafforzare la tutela legale, riproponendo anche l’idea del fondo di assistenza, bisogna trovare strumenti normativi che tutelino e garantiscano gli operatori, manlevandoli dalle spese legali con l’intervento da parte dello Stato.
È importante la creazione sul piano giudiziario di un ‘filtro’ che possa valutare in tempi brevissimi la posizione del poliziotto indagato. Se il ferito avesse reagito, magari sparando un colpo come successo nel varesotto, ci sarebbero stati
guai legali, indagini, processi, avvocati. Un inferno! A Milano è “andata bene” il ferito è il poliziotto quindi nessun problema!
Sul tema della sicurezza la politica deve rispondere ‘presente’, senza distinzioni di sorta, la sicurezza deve essere un bene comune da tutelare, e nell’agenda politica del governo sicurezza, legalità,
controllo del territorio, prevenzione del crimine contrasto a micro e macro criminalità, devono stare nella parte alta dell’agenda. Non bastano, però – conclude -, le pacche sulle spalle, servono soldi, servono risorse!”