La foto che ho pubblicato sulla mia pagina Facebook e che riprende tre agenti del Reparto Prevenzione Crimine Piemonte aggregati a Gorizia, costretti a mangiare sulle scalinate, ha fatto il giro della rete.
L’hanno condivisa cittadini, politici, giornali, pagine tematiche. Tutti hanno potuto vedere con i propri occhi la vergogna di un provvedimento discriminatorio e umiliante, non solo per i poliziotti, ma per tutti quei lavoratori in divisa e non che hanno diritto alla mensa.
Con la scusa di un gesto a “tutela” sono state emarginate tantissime persone, costrette a mangiare come barboni. Questo per tutelare i vaccinati, molti di loro divenuti dopo il siero improvvisamente aforisti de “la tua libertà finisce dove inizia la mia”, ignorando il fatto che anche la loro di libertà non è mai iniziata, visto che devono “vivere” separati da altri comuni mortali come loro.
In molti hanno reagito a quella foto. Alcuni anche con provocazioni talmente stupide da qualificare i personaggi. Chi mi ha accusato di fare speculazione politica (politica di cosa, poi?); chi sosteneva fosse una fake news; geni del male che volevano riferissi loro il nome, cognome, codice fiscale degli agenti, questura e commissariato d’appartenenza, dall’alto di quanto millantano sui loro profili LinkedIn.
Insomma, ho avuto a che fare con chiunque in questi due giorni ed è emerso chiaramente come non esista il rispetto per le scelte degli altri.
Condanno e mi intristiscono i complottisti del 5G e dei microchip, allo stesso modo sono nauseanti quelle persone che, dopo essersi sottoposte al vaccino, ostentano superiorità e cattiveria, tanta cattiveria.
Ma quale superiorità? E’ così difficile capire che avete fatto una scelta che merita lo stesso rispetto di chi ha scelto di non vaccinarsi?
Ma tralasciamo la questione vaccino che non è obbligatorio, parliamo delle reazioni importanti alla mia denuncia. Diversi uffici di polizia si sono attrezzati – dopo quelle immagini tristissime – ed hanno allestito spazi idonei per i poliziotti sprovvisti di green pass. Il I Reparto Mobile di Roma ha allestito dei lucernari con tavoli e sedie; a Venezia e Padova è stato allestito un gazebo per far pranzare e cenare il personale all’ombra. A Trieste, invece, a quanto pare i poliziotti mangerebbero ancora sui cofani delle auto, mentre a Firenze già il giorno di ferragosto sono stati disposti dei tavoli all’aperto.
Diciamo che quanto fatto dal alcuni uffici, come prima soluzione può andar anche bene, purché i poliziotti possano consumare il pasto dignitosamente, ma ciò che dovrebbero fare i vertici è chiedere la revoca di questo provvedimento, che non serve a nulla se non a creare divisioni.
D’altronde, dividi et impera! Dopo 6 ore di servizio insieme o dopo aver condiviso l’ufficio, non è bello andare in mensa e dividersi: green pass dentro e appestati fuori.
Dovrebbe essere chiaro che il vero problema è questo, non il panino in sé. Il problema è la disparità di trattamento tra due persone che hanno fatto esattamente la stessa cosa: SCEGLIERE LIBERAMENTE.
Comprendo bene che è difficile spiegarlo a chi mi risponde: “la legge è uguale per tutti. Io che sono vaccinato, non voglio rischiare”. Rischiare cosa? Hai fatto il vaccino, di che ti preoccupi?
E poi, ancora, ci sono i costituzionalisti del: “i poliziotti che non si sono vaccinati andrebbero sospesi dal servizio”. Quanto avvenuto ai danni di medici e personale sanitario non vaccinato, non lo condivido. Fino all’anno scorso erano “gli eroi”, ora sono i disertori.
Ecco, mi auguro che questa gente, compresi quelli che hanno scritto che i poliziotti e medici non vaccinati andrebbero presi a calci nel sedere, non abbiano mai bisogno di un medico o di un poliziotto… potrebbero trovarsene uno non vaccinato, e quelli quando chiami il 112 non li puoi scegliere.
Chiederanno loro il green pass? Si faranno aiutare? O moriranno da eroi?
Ai posteri l’ardua sentenza.