Le libertà in un Paese che si ritiene e proclama democratico sono alla base della vita civile e la Costituzione in Italia le garantisce e le tutela proprio per alimentare una struttura sociale che si deve sostenere sul rispetto delle stesse.
Come quelle libertà di espressione che ogni cittadino può esercitare criticando propositivamente l’operato delle amministrazioni pubbliche e delle azioni dei partiti politici che governano o di minoranze, nelle maniere consentite dalla legge. Libertà che però sembrano negate ai Carabinieri, come nel caso accaduto in Friuli, dove un Collega (per caso, speriamo, anche dirigente sindacale del Nuovo Sindacato Carabinieri) per aver espresso le proprie considerazioni, da cittadino, per migliorare la vivibilità della città dove vive, abita, e paga le tasse, si è visto aprire un procedimento disciplinare su sollecitazione via email, non firmata, da appartenenti ai partiti di minoranza e, successivamente, punito. Ci chiediamo, e proponiamo al Comando Generale se non sia il caso di proporre una legge che trasformi tutti i Carabinieri in Cittadini di serie inferiore, senza gli stessi diritti degli altri Italiani, come dal 1947 è garantito dalla Costituzione per qualsiasi persona. Un po’ come per i diritti sindacali negati e compressi dalla legge in discussione. Si farebbe prima a stabilire per legge che i Militari non sono persone uguali alle altre e che devono stare “zitti e muti” in ogni contesto e in ogni momento della loro Vita (magari siamo Noi Militari che pretendiamo troppo e coi consideriamo, a torto, Cittadini…).
Adesso però passiamo al Decreto-Legge n. 105 dello scorso 23 luglio, che ha fissato dei parametri in regime dal 6 agosto per poter usufruire di servizi pubblici e privati attraverso l’istituzione del “Green Pass” che prevede vaccinazioni (e richiami) o test molecolari o antigenici. Da domani le Forze di Polizia saranno chiamate di nuovo a controllare se le disposizioni previste siano rispettate dagli Italiani e, nel caso, elevare sanzioni per chi non aderisce a quanto stabilito dalla normativa citata.
Fino a qui è tutto molto chiaro, ma cosa succederà da domani 6 agosto all’interno delle istituzioni pubbliche e come verranno ridisegnate le funzionalità logistiche e operative di ognuna? Bisognerà usufruire dei servizi tipo quello delle mense con gli stessi criteri stabiliti dal decreto-legge? Negli uffici dell’Arma che dovranno fornire servizio al pubblico, negli uffici dove insistono più persone che vivono e si frequentano in ambienti chiusi o tra gli equipaggi che espleteranno i diversi servizi che l’Arma dei Carabinieri svolge quotidianamente, quali regole bisognerà adottare? Ci sarà l’obbligo vaccinale? Saranno organizzate stazioni mediche per la somministrazione dei test antigenici/molecolari? Ci saranno mense e uffici separati per condizione clinica? Chi si rifiuterà a fornire propri dati personali o di vaccinarsi a cosa andrà incontro?
Ci piacerebbe conoscere in tempi utili cosa e come dobbiamo comportarci.
Per esempio, è di qualche giorno fa una disposizione di un Comando di Corpo del Nord Italia che fissava delle regole, ma che è stata immediatamente revocata. Però da domani i nostri 112, quelli non filtrati dal servizio NUE112 civile (ne sono molti e la maggior con deficienze organiche effettive drammatiche) saranno di nuovo assaltati telefonicamente dai cittadini (come durante le fasi più drammatiche della pandemia ancora in atto) che vorranno indicazioni, spiegazioni, che segnaleranno incongruenze nella applicazione del decreto, che chiederanno il nostro intervento per controllare situazioni secondo il loro parere ambigue e ingiuste. Magari chiederanno ai Colleghi che svolgeranno i controlli verrà chiesto se siano dotati essi stessi di green pass, è un loro diritto chiederlo. Cosa risponderemo?
È chiaro che non possiamo permetterci di affrontare una problematica così seria e cogente senza delle indicazioni chiare, univoche: il 6 Agosto è tra qualche ora.
Mi piacerebbe anche approfondire la questione del servizio 1515, ma ho già messo troppa carne sul fuoco.
Noi, Nuovo Sindacato Carabinieri, abbiamo già offerto, da tempo, il nostro aiuto per una reale rappresentazione delle realtà operative e per lavorare insieme a una migliore tutela dei diritti e della sicurezza di tutti i nostri Colleghi, consapevoli delle attuali possibilità logistiche e organiche. Vorremmo dare il nostro contributo per qualsiasi criticità, partecipare ai tavoli dove ci sono decisioni da prendere, come abbiamo più volte richiesto, ma deve essere una volontà bi-direzionale.
Noi siamo qui.