Due giornate di lavori e di confronto tra sindacati militari, sindacati di polizia, confederali ed esponenti del mondo politico.
“Più sicurezza con giusti diritti” chiedono le organizzazioni sindacali militari che hanno coinvolto quelle di polizia e quelli confederali per chiedere, insieme ai politici, di insistere su una rimodulazione del Ddl Corda.
Un disegno di legge che, a detta di Massimiliano Zetti, Segretario Generale del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC), “imbriglia” i sindacati e favorisce le rappresentanze miliari ampliandone le competenze e rivelandosi fallimentare.
«La sindacalizzazione è importante: le rappresentanze militari siedono accanto al datore di lavoro, i sindacati invece sono la controparte. Il Ddl Corda purtroppo va nella direzione opposta, imbriglia l’attività e chi fa sindacato non può avere le briglie anche se a qualcuno fanno comodo. Per questo motivo chiediamo alle sigle della Polizia di Stato, alla politica e ai confederali di intervenire su questo disegno di legge, che è già superato ancora prima di essere partorito».
Ha le idee chiare il Nuovo Sindacato Carabinieri, riconosciuto nell’ambiente e dai politici come un “sindacato effervescente”, collaborativo ma pronto a intraprendere la linea dura, quando occorre.
Sono stati fra i primi, infatti, ad esprimere apprezzamento per le parole dell’ex Capo della Polizia Franco Gabrielli, sul transito delle competenze dell’Arma dei Carabinieri sotto il profilo del Viminale.
Un’idea realizzabile secondo NSC, anche perché molti articoli della Legge 121 vengono applicati all’Arma dei Carabinieri; la legge parla di un processo di coordinamento e di riforma delle forze di polizia, non sono sindacalizzazione e smilitarizzazione della Polizia di Stato.
«È bene eliminare il dualismo che raggiunge livelli incredibili, sarebbe giusto sganciare l’Arma dei Carabinieri sotto il Ministero dell’Interno» ha aggiunto Zetti.
Per quanto riguarda il dialogo invece tra il Comando Generale dell’Arma e il sindacato, Zetti esprime una nota di soddisfazione.
«Il nuovo Comandante Generale Teo Luzi, ritengo stia interpretando veramente un approccio nuovo, un modo di collaborare più reale rispetto al predecessore. Noi che siamo il sindacato più effervescente, quando entriamo nelle caserme, ci sentiamo bene accolti, non notiamo ostilità. Non c’è nessun atteggiamento di chiusura, il Comandante Generale cita le organizzazioni sindacali anche nei comunicati, a riprova che la nostra è una realtà che può solo ampliarsi e non retrocedere, per cui siamo ben speranzosi».