«I fatti che emergono dall’inchiesta sulle violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere non hanno giustificazione. La pena deve rispettare sempre i principi costituzionali, la violenza gratuita contro i soggetti vulnerabili è inaccettabile e va punita severamente».
Così la senatrice Angela Anna Bruna Piarulli, del Movimento cinque stelle, componente della Commissione Giustizia di Palazzo Madama, commentando quanto accaduto nella casa di reclusione campana, balzato all’evidenza dell’opinione pubblica a seguito della diffusione di immagini molto dure che documentano in maniera inequivocabile ciò che vi è recentemente avvenuto.
«La circostanza è ancora più grave – rimarca la parlamentare – se a compierla è chi rappresenta lo Stato e ha quindi il compito di affermare sempre la legalità, non certo di calpestarla. Nel corso di questi anni la Polizia penitenziaria ha raggiunto risultati importanti nella battaglia contro il crimine, e comportamenti inauditi come quelli commessi nell’istituto penitenziario campano macchiano proprio il buon nome del Corpo».
Piarulli, che è direttore delle casa di reclusione di Trani in aspettativa, conosce molto bene queste realtà e, a giusta ragione, parla di un «corto circuito dei diritti inviolabili non giustificabile, anche perché già la legge 395 del 1990 prevedeva un binomio inscindibile fra sicurezza e trattamento del detenuto».
La parlamentare pentastellata di dice certa del fatto che «La magistratura farà il suo corso su quanto accaduto, ma è sempre più urgente – aggiunge – adottare provvedimenti risolutivi per creare condizioni di vivibilità più adeguate sia i detenuti, sia per il personale. Le assunzioni e gli investimenti disposti dai governi Conte hanno impresso un’accelerazione, e noi dobbiamo andare avanti su questa strada».
Nel frattempo, i problemi vanno oltre Santa Maria Capua Vetere, che ne rappresenta la punta dlel’iceberg: «Non è pensabile che in alcune circostanze ci sia un’intera sezione con un solo agente e la video sorveglianza non funzionante – fa sapere Piarulli -, così come non è possibile che gli educatori siano 2 o 3 per 400 detenuti. Personalmente ho acceso i riflettori sul tema carceri e sono stati compiuti passi avanti importanti, come il riconoscimento al personale di Polizia penitenziaria della stessa carriera rispetto alle altre forze dell’ordine e l’ingresso nelle interforze. Particolare attenzione ho rivolto alle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), che devono aumentare, in quanto per carenza di posti i detenuti psichiatrici circolano nei penitenziari, destabilizzando tutta la struttura. In ogni caso – conclude Piarulli – devono essere garantite a tutti condizioni di vivibilità, compresa la promozione di lavoro e sport. Tutto ciò è presupposto indispensabile per rendere il carcere un ambiente che prepari al reinserimento dei detenuti nella società».