Magistratura Indipendente esprime solidarietà alla collega Bernadette Nicotra ”per le parole crudeli e cariche di odio che si agitano sui social media esponendo a grave rischio di incolumità la sua persona”. Così in una nota i magistrati di Magistratura Indipendente prendono posizione sul caso della gip romana che di è occupata della sparatoria alla stazione Termini dove un ghanese che si aggirava armato di coltello è stato ferito da un poliziotto che gli ha sparato. ”Attacchi livorosi gravissimi e ingiustificati che rivelano la totale assenza di una compiuta conoscenza dei fatti e delle questioni giuridiche sottese con pregiudizio per la serenità del giudice nella sua attività di applicazione delle norme – denuncia MI – un dovere che non deve essere soggetto a nessuna forma di pressione tanto meno di aggressione violenta essendo la autonomia e indipendenza della giurisdizione funzionali alla imparziale applicazione della legge a garanzia dell’uguaglianza di tutti i cittadini”.. Magistratura indipendente conclude la nota ”confida che gli organi a ciò istituzionalmente deputati si adoperino per assicurare alla dottoressa Nicotra adeguata tutela’.
Alla nota di Magistratura Indipendente arriva la risposta del Mosap, Movimento Sindacale Autonomo di Polizia
«L’odio e le minacce sono sempre da condannare. Per questo motivo, anche il Mosap esprime solidarietà al gip Bernadette Nicotra per i messaggi di odio a lei indirizzati sui social, dopo la decisione di far cadere l’accusa di tentato omicidio nei confronti del cittadino ghanese che ha seminato il panico a Termini con un coltello».
Lo dichiara Fabio Conestà, Segretario Generale del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia (Mosap), in risposta alla nota di Magistratura Indipendente che chiede tutele per il gip.
«Alla dottoressa Nicotra va la nostra incondizionata vicinanza e a chi minaccia tutta la nostra condanna. Avremmo gradito però – dice il sindacalista – che la stessa solidarietà da parte della magistratura ci fosse stata anche nei confronti degli agenti di polizia che operano sul filo del rasoio senza adeguate tutele per rispetto alle qualifiche di legge o per quelli che, come la dottoressa Nicotra, finiscono nel tritacarne mediatico dell’odio social solo per aver fatto il proprio lavoro. I poliziotti – conclude – non sono cittadini di serie B».