Continuano i problemi di contenimento delle intemperanze da parte di chi sta interpretando la fine del lockdown pandemico come una scusa per andare contro qualsiasi comportamento civile, chiamando Carabinierii, Poliziotti e Polizie Locali a uno sforzo notevole per respingere le provocazioni che scatenerebbero quella parte mediatica cosi protezionistica (quando non si toccano i loro tranquillissimi e vigilitassimi quartieri).
L’altro giorno a Milano, all’esterno del Mc Donald di Piazza XXIV Maggio, solo l’esperienza e la professionalità delle squadre del Reggimento Carabinieri Lombardia hanno impedito l’escalation di possibili violenze ai danni di terze persone. Eppure continua il racconto di una certa parte dell’informazione che dimentica e non racconta l’attacco fisico ai Carabinieri intervenuti in supporto alle pattuglie della Polizia già intervenute a seguito dei comportamenti incivili e violenti di alcune persone.
La narrativa delle reazioni spropositate alle sole parole offensive e provocatorie ormai non è più credibile perché frutto di una verità distorta e incompleta che prende solo il pezzettino che giustifica una particolare visione,senza valutare l’interezza delle situazioni.
Ma qui, in Italia, ormai la preoccupazione è drammaticamente cresciuta.
Ci sono centri di alcune città che sono diventati terra di nessuno e gli abitanti di queste zone continuano incessantemente a interessare prefetture, questure e sindaci, per delle azioni che riportino serenità e civiltà.
Il ricorso agli equipaggi specializzati preposti all’ordine pubblico è una certificazione da parte dei comitati provinciali dell’ordine e della sicurezza pubblica delle chiare difficoltà nel gestire e contrastare questo fenomeno con le forze ordinarie. Non dimenticando tutti i recenti casi di violenze di singoli, in Italia e in altre città europee, che necessitano di una chiara revisione dei protocolli operativi, delle procedure di intervento, di una logistica che preveda strumenti a minore impatto letale (taser, spray anti-aggressione, lacci di plastica che bloccano gli arti dell’aggressore, etc) e soprattutto di una protezione per chi opera secondo leggi, per evitare che chi interviene per proteggere le Comunità non deve attraversare spese legali e il capestro mediatico per difendersi dall’avere ottemperato alla legge, come prevede l’articolo 53 del codice penale.
“L’atto dovuto” scatena un dramma per chi indossa una divisa per proteggere gli Altri.
La caccia al Carabiniere che ha eseguito quello per cui è stato addestrato deve finire, lo Stato non deve dare in pasto i propri Uomini, deve difenderli. Si corre il rischio che le Forze dell’Ordine decidano di stare a guardare invece di intervenire per interrompere gesti di violenza, di prevaricazione e di pericolo dei Cittadini.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri ha già chiesto, in numerosi interventi, alle autorità politiche (e anche al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri) che si difendano i Carabinieri e i Poliziotti che devono, per legge, essere risoluti nelle loro azioni.
Altrimenti si tolgano gli strumenti per eseguire le operazioni di ordine pubblico e andiamo sui posti di intervento con “mazzi di fiori” e una semplice telecamera per riprendere le devastazioni e le azioni di violenza gratuite. Oppure siano presenti pubblici ministeri o dirigenti delle Forze di Polizia in tutti gli interventi, per dirigere effettivamente le operazioni e prendersi la responsabilità delle azioni necessarie per ripristinare l’ordine e la civiltà, e far tornare finalmente vivibili, a tutti i Cittadini, quelle zone ormai non più sicure.
Il nostro Sindacato, il Nuovo Sindacato Carabinieri, sarà di fianco a qualsiasi Carabiniere o Collega della Polizia di Stato che dovrà difendersi perché lasciato da solo dalla propria catena di comando gerarchica per per aver fatto il proprio dovere.
*Immagine di archivio