Mentre i nostri Colleghi dei Reggimenti in ordine pubblico fanno la “schiuma” in tutte le zone di intervento in Italia perché non si riesce ad autorizzarli ad indossare le polo, quando tutte le altre Forze di Polizia dedicano attenzione al proprio personale mettendoli in condizione di difendersi dal caldo estivo con un abbigliamento consono, continua l’utilizzo delle visite di reparto da parte di doppiocappellisti che, con la scusa di accompagnare il nostro comandante generale, utilizzano soldi pubblici per spostarsi sul territorio e poi pubblicizzare la loro attività privatistica.
Ora, per carità, lungi da noi il pensiero che il Generale Luzi sia colpevole di questo comportamento atipico e arrogante di alcuni rappresentanti che dovrebbero ormai fare una scelta e capire se vogliono fare sindacato, l’opposto della rappresentanza anche secondo lo Statuto dei Lavoratori, utilizzando le risorse della propria associazione e giorni di licenza come fanno tutti i dirigenti delle altre sigle o continuare una arrogante interpretazione di uno strumento che avrebbe dovuto fare altro. Ma, comunque, chiediamo a lui e al suo staff di valutare chi deve accompagnarlo nelle visite per evitare questi scivoloni che creano imbarazzo e suscitano sdegno da chi si sta spendendo con le proprie forze e senza servirsi della buona fede di Altri.
Generale Luzi, lasci questi “campioni della confusione” nelle loro sedi di servizio ed eviti che venga ritenuto colpevole a causa della sua buona fede. A proposito, tornando all’incipit di questo articolo, valuti di disporre l’uso delle polo ai Carabinieri in Ordine Pubblico, è veramente incomprensibile l’obbligo dell’utilizzo della tuta completa a 30/40 gradi.
Riguardo e tornando ai coceristi confusi, penso che chi è rappresentante e crede onestamente nel sindacato deve separare definitivamente le due cose, finendola di continuare a confondere il personale, smettendola di parlare di sindacato quando è in servizio, a qualsiasi titolo, o quando si sposta sul territorio a spese della Amministrazione. E’ una questione di etica, di morale, di rispetto. A meno che si considerano questi valori inutili.
Concludo ribadendo che questi comportamenti fungono anche da alibi per il rallentamento della discussione della legge che è ancora lontana da una vera tutela delle relazioni sindacali, ma che il Senato, attraverso il lavoro della Commissione Difesa, può aggiustare rapidamente con alcuni piccoli interventi che discuteremo e proporremo durante gli Stati Generali del Sindacati Militari, che si svolgeranno a Roma, insieme a numerosi altri sindacati che credono, insieme al Nuovo Sindacato Carabinieri, alla necessità di essere insieme per le lotte che interessano i diritti dei Cittadini Militari.