Il segretario generale di LeS Roma elogia il lavoro dei colleghi intervenuti all’uscita della stazione Termini. «Le immagini dimostrano il sacrificio compiuto da chi fa questo mestiere»
Le scene riprese all’uscita della stazione Termini, in via Marsala, che hanno visto come protagonisti le forze dell’ordine ed un cittadino extracomunitario armato di coltello rianimano nell’opinione pubblica inevitabilmente il tema della sicurezza nella città capitolina.
«L’episodio anche se surreale, accade in una zona considerata tra le brutte della Capitale, dove notte e giorno si riversano e si accampano criminali di ogni tipo, senza tetto, drogati – dichiara il segretario generale di LeS Roma Luca Andrieri -. Non è la prima volta che succede, siamo abituati, purtroppo, a dover fronteggiare queste emergenze che fanno parte ormai del quotidiano, ma ogni qual volta si ripropongono, non possiamo restare cinici e far finta di nulla». Il segretario dell’organizzazione sindacale Libertà e Sicurezza evidenzia la professionalità degli operatori che hanno fermato il cittadino pregiudicato e di origini senegalesi che brandendo il coltello minava la stabilità dell’ordine pubblico. «I poliziotti sono intervenuti con grande professionalità – spiega – riuscendo a bloccare lo straniero ed affrontarlo senza che la situazione degenerasse. Se da un lato c’era un cittadino extracomunitario che in pieno giorno brandiva un coltello facendosi largo tra le persone minacciando gli operatori, dall’altro lato, c’erano poliziotti pronti, che senza farsi scrupoli, sono stati capaci con i pochi mezzi a disposizione, di neutralizzare il pericolo ricorrendo all’arma che abbiamo in dotazione. Siamo fieri e soddisfatti di avere uomini e donne che indossano la divisa della polizia e sono sempre pronti a dare il meglio di se, anche laddove la situazione è pericolosa, ben sapendo che l’intervento, per quanto sia andato nel migliore dei modi, sia sotto i riflettori di una politica cieca al disagio della categoria, che basta la lettura di un fotogramma sbagliato a metterli sotto processo, e che basta una relazione errata magari a sottoporli ad un procedimento disciplinare». Conclude Andrieri: «Vedendo le immagini, ci rendiamo conto sempre di più, che a parte il sacrificio di chi fa questo mestiere, non possiamo contare su nessuno, la politica sempre più sorda, ma che in odore di elezioni non si fa scrupoli ad avvicinarsi al nostro mondo. Il Ministro dell’Interno è inesistente sia nell’adozione e redazione politiche migratorie, sia nel portare un po’ di lustro e di rinnovamento all’interno della categoria che rappresentiamo. Noi continueremo ad esserci per il bene del Paese, di questo Paese che spesso ci critica e ci tratta come nemici. Noi abbiamo prestato un giuramento e per quella bandiera continueremo a proteggere i cittadini e a garantire la sicurezza nelle strade, consci che tutto ciò non vale la nostra vita».