È vero, molto spesso la parola “eroe” è abusata e utilizzata per enfatizzare situazioni che di eroico non hanno nulla, perché – ammettiamolo – aiutare una anziana donna ad attraversare la strada o aiutarla con le buste della spesa, non ha nulla di eroico, ma si tratta semplicemente di altruismo e solidarietà.
È vero anche che questi valori, oggi, stanno andando perdendosi, motivo per il quale assistere ad una scena del genere ci entusiasma più del dovuto, rendendo speciali cose che dovrebbero essere normalissime.
Fatta questa doverosa premessa, occorre precisare alcuni aspetti non chiari a chi, con lingua biforcuta e molto spesso velenosa, punta il dito sullo stipendio specificando in qualsiasi momento che si viene pagati per fare qualcosa.
Poliziotti e Carabinieri svolgono il loro lavoro e come ogni lavoratore, percepiscono uno stipendio. Il loro non è solo un “lavoro”, ma una missione, dove i concetti di “lavoro”, “obbligo” e “senso del dovere” coesistono.
Il loro compito è quello di aiutare chi in è in difficoltà, intervenire sul luogo di una rapina, salvare chi è in imminente pericolo, sedare risse, evitare che qualcuno commetta gesti insani, difendere chi in quel momento è vittima di aggressione o molestia, salvare vite. Tutto questo e molto altro ancora, caratterizzano il lavoro dell’uomo in uniforme, quando l’uniforme la indossa, ossia quando è in servizio.
Ciò che spinge un carabiniere o un poliziotto ad intervenire quando è libero dal servizio, al di là degli obblighi, si chiama “senso del dovere” e questo no, non è pagato dal loro stipendio. Non c’è una voce dedicata in busta paga, né una indennità per varie ed eventuali.
Se poi vogliamo parlare in termini strettamente stipendiali, per rispondere ai maghi da tastiera specializzati nella frase “sono pagati per quello”, possiamo tranquillamente affermare che le nostre forze dell’ordine sono sottopagate a fronte di tutto ciò che si pretende da loro.
a) Ad un poliziotto o carabiniere è chiesto di saper guidare come un pilota, senza danneggiare le auto di servizio (se accade, deve pagare il danno cagionato, magari dopo essersi pagato la fisioterapia per i traumi causati dall’incidente);
b) Ad un poliziotto o carabiniere è richiesta la conoscenza dei codici e delle leggi meglio di un avvocato. Un «buco» può costargli un’omissione, processo e relative spese processuali che, prima di essere coperte fino a un certo limite dall’Amministrazione, deve anticipare di tasca sua;
c) Al poliziotto o al carabiniere spesso – e la cronaca ce lo conferma – è richiesto di saper riconoscere al buio e da lontano, se l’arma che un delinquente gli sta puntando contro sia vera o ad aria compressa, pur se trattasi di fedele riproduzione;
d) Al poliziotto o al carabiniere sono concessi a malapena 10 secondi, durante i quali decidere se sparare o meno, mentre la loro vita e quella di altri è messa a serio rischio. In quei 10 secondi bisogna capire se sparare e passare al punto b, oppure se farsi colpire evitando il sacrario con un po’ di fortuna;
e) Al poliziotto o al carabiniere è chiesto di essere karateta, Rambo, ma allo stesso tempo non troppo sceriffo e anche un po’ fortunato. Magari il primo colpo lo eviti, al secondo qualche graffietto, al terzo ti affidi alla fortuna, perché la pistola meglio non usarla, le mani al loro posto altrimenti partono video e gogne social, il taser non te lo danno, quindi resta la fortuna;
f) Al poliziotto o al carabiniere sono anche richiesti i poteri magici: si, bisogna arrestare i delinquenti e assicurarli alla giustizia, allo stesso tempo però bisogna condurli negli uffici senza toccarli e invitandoli dolcemente a salire in macchina, anche se ti sputano addosso. Anzi, in quel caso all’operatore è richiesto anche un sorriso, perché se lo guardi male è tortura psicologica.
Al poliziotto o carabiniere è richiesto tutto questo. Ma lui non può chiedere. Non può chiedere una divisa nuova per sostituire quella logora, non può chiedere il taser, di trasferimento non parliamone! Le legittime aspirazioni magari le realizzi a due mesi dalla pensione.
Ecco, loro fanno questo (oltre all’ordinaria amministrazione) per poco più di 1500 euro al mese. E lo fanno, perché l’amore per quella divisa, il crederci, va al di là dei numeri.
Tu che dalla poltrona di casa ti affretti a commentare «è pagato per quello», lo faresti? E soprattutto, ne saresti capace? Saresti disposto a fare questo lavoro pieno di sacrifici?
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