Nel giorno in cui si sono celebrati i 40 anni di una delle riforme più importanti del Paese, la l. 121/81 che ha ridisegnato l’architettura della Sicurezza e definito i ruoli e le competenze dell’autorità di PS nazionale, provinciale e locale. Il Siap a quarant’anni dall’avvento del Sindacato dei Poliziotti, dopo un programmato e approfondito lavoro di studio, analisi dell’evoluzione del nostro lavoro e confronto con la base e le istituzioni, ha presentato un manifesto sindacale che, certamente ha un rilievo storico considerata la delicatezza delle materie interessate. Il Manifesto Sindacale spazia dalla rivendicazione stipendiale per il rinnovo del contratto di lavoro, scaduto da oltre due anni, ad un ambizioso progetto teso a restituire dignità professionale, personale, economica agli operatori di polizia, al loro ruolo e funzioni, preso atto dell’evoluzione culturale e sociale dei poliziotti, che, certamente non possono più essere considerati come “Polizia al servizio del Re ma Polizia al servizio dei cittadini.
Contratto, diritti, doveri, tutele e specificità sono le parole d’ordine della piattaforma rivendicativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro 2019-2021 che abbiamo inviato al Presidente del Consiglio Prof. Draghi, ai Ministri della Pubblica Amministrazione, Interno, Economia, Lavoro e Politiche Sociali, Giustizia, e Difesa nonché ai vertici delle forze di Polizia.
La difficile fase che viviamo, interseca un momento cruciale per la storia della sicurezza del Paese, la drammatica crisi economica e occupazionale già pressante è stata amplificata da una sempre più insostenibile crisi epidemiologica e sanitaria. Le donne e gli uomini dei comparti sicurezza, difesa e soccorso pubblico, nonostante falcidiati da anni di tagli economici, piani di razionalizzazione degli uffici periferici, oltre il patito gravoso blocco del turn over, restano l’unico collante in grado di garantire le libertà individuali e collettive, i diritti di cittadinanza e della sicurezza delle nostre comunità. E’ giunto il momento improcrastinabile di porre al centro del dibattito politico e delle politiche programmatiche e di bilancio del Governo il giusto valore della sicurezza, intesa come investimento nell’interesse del Paese e non come un costo, un paradigma da cui devono discendere tutte le scelte necessarie ed urgenti finalizzate a fornire gli adeguati strumenti finanziari, di riforme, normativi e di tutela agli operatori chiamati a mantenere l’elevato standard qualitativo, universalmente riconosciuto alla Polizia italiana, nonostante il fiato ormai corto per le in-condivisibili visioni/errori di certa politica.