Lo scorso 23 marzo è stata la ricorrenza della morte di un uomo per me indimenticabile, un uomo puro, raro e devoto alla sua amata divisa, quella della Polizia di Stato: Giuseppe Iacovone.
Sono passati esattamente 9 anni senza di te, senza i tuoi sorrisi, i tuoi gesti autentici e insostituibili. Manchi, manchi a me, a mamma Giuditta, al tuo papà, alle tue sorelle, cognati e i nipoti, quei nipoti stupendi che tu adoravi. Spesso mi chiedo “perchè”? Ma dopo 9 anni ancora non mi sono data una risposta, anche se so perfettamente che sei un angelo stupendo e che da lassù proteggerai per sempre tutti noi. Perchè tu devi sapere che io ti sento vicino, addirittura sento nell’aria il tuo profumo e tutto questo è una sensazione indescrivibile che mi porta ad andare avanti e lottare per te e per tutti quelli come te, lasciati soli da uno Stato che invece di tutelarli se ne è fregato. Perchè la tua morte per la giustizia italiana è stata sentenziata così: “il fatto non sussiste”. E tutto ciò è vergognoso, perchè tu sei esistito, tu hai fatto parte delle nostre vite, quelle vite che adesso senza te vicino, non sono più le stesse, perchè la mancanza è forte. Tu non ci sei più, tu sei dentro ad una bara, tu sei al cimitero, ma altre persone vivranno in eterno con il peso di ciò che hanno fatto, vivranno in eterno con la loro coscienza sporca. Tuttò ciò è ingiusto. Ma con Sonia lotteremo sempre per darti quella giustizia che meriti, perchè non è una medaglia che ti dà giustizia e ti proclama ufficialmente eroe, tu sei stato, sei e sarai per sempre il nostro EROE!
Per te un messaggio speciale da una donna che ammiro molto e a cui voglio immensamente bene, tua sorella Sonia: «Ti voglio pensare così, a te che piaceva tanto il mare. Sono 9 anni da quel maledetto giorno ma per noi non è trascorso neanche un giorno, il nostro futuro è rimasto a quel maledetto 23 marzo. Intrappolato nel nostro passato, un dolore costante nel nostro cuore reciso, lacerato dalla nostalgia di te.. di una tua risata, un tuo abbraccio, una chiacchierata. Ci manchi anima mia».