E’ con sommo rammarico – ha dichiarato il Segretario Generale del Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.) Antonio de Lieto che si rileva l’assordante silenzio di tutte le parti chiamate in causa nel processo di soppressione di Uffici della Polizia di Stato in atto su tutto il territorio nazionale, quasi a far sottintendere che contro tale decisione nulla possa eccepirsi. Al riguardo, alla scrivente Organizzazione Sindacale LI.SI.PO. sembra che, ai vertici dell’Amministrazione della Polizia di Stato, nulla importi non solo delle sorti dei numerosi dipendenti che vedranno stravolgere le loro vite lavorative, familiari, affettive ed organizzative, ma anche, e soprattutto, della privazione di servizi essenziali alla cittadinanza. Nel merito – ha proseguito de Lieto – il LI.SI.PO., volendo dar voce a chi non ne ha per gridare il proprio dissenso, sente forte e doveroso prendere le parti dei colleghi così arbitrariamente danneggiati. Già, penalizzati: perché, probabilmente, tra gli interessati agli spostamenti forzati, qualcuno potrebbe aver creato famiglia in prossimità del posto di lavoro, come umanamente comprensibile, o potrebbe esserci chi, dopo anni di permanenza lontano dai propri affetti è riuscito ad avvicinarsi al proprio nucleo affettivo ed ora si ritroverà, grazie a questo provvedimento, a dover riprogrammare la propria vita e quella dei propri cari. Volendo considerare ulteriori elementi attinenti ai compiti istituzionali, sul piatto della bilancia dobbiamo assolutamente porre il superiore interesse della collettività. Oltre la valutazione di opportunità logistico-strutturale, la presenza di donne e uomini in divisa sul territorio, mentre da un lato fa percepire al popolo onesto la positiva presenza dello Stato, dall’altro fa tenere il polso della situazione anche di realtà sociali che non si sviluppano nei grandi centri abitati, ma che, comunque, hanno diritto di fruire degli Uffici e dei Servizi della Polizia di Stato. Inoltre, solo per esempio, – ha rimarcato de Lieto – non si possano sottovalutare le esigenze degli operatori di Polizia che, operando a bordo di treni di lunga tratta, potrebbero trovare utile un Ufficio di Polizia Ferroviaria nel tragitto. Ritenendo inconcepibile eliminare presidi delle Specialità della Polizia di Stato operanti sul territorio da quando, con una popolazione numericamente inferiore, ne fu stabilita la necessità, il LI.SI.PO. sostiene che tanti uffici “periferici” e “distaccati” anziché dismessi, andrebbero rinforzati con persone e mezzi. A giudizio del LI.SI.PO., l’adozione della chiusura di Uffici di Polizia non pare neanche giustificata dal vantaggio economico che potrebbe eventualmente trarne l’Amministrazione e, qualora fosse il “dover risparmiare” il motore della scelta, non si possono evitare paragoni con gli sprechi di denaro pubblico che tutti i giorni vengono denunciati nei telegiornali e nei report dei mass media. Se l’imperativo è dover risparmiare, è proprio indispensabile farlo sulla pelle dei Poliziotti e della brava gente? Il LI.SI.PO. – ha concluso de Lieto – rileva infatti che, per mero esempio, da quando nel 2005 è cessato il servizio militare obbligatorio, su tutto il territorio nazionale molte Caserme dell’Esercito Italiano, costituenti demanio, sono state abbandonate, quando avrebbero potuto trovare proficuo utilizzo per ospitare Uffici di Polizia che invece si è preferito sistemare in strutture private, con costi elevatissimi. Alla luce di quanto sopra rappresentato, il Libero Sindacato Polizia (LI.SI.PO.) auspica la revisione di tutti i provvedimenti adottati sinora e tesi alle soppressioni in parola, il ripristino della funzionalità degli Uffici della Polizia di Stato interessati e la previsione del loro potenziamento.