L’istigazione alla Violenza contro i poliziotti e contro le Istituzioni democratiche del nostro Paese non possono e non devono più essere tollerate.
Ecco perché chiunque non condanni con fermezza le scomposte, violente e inenarrabili disgustose immagini contenute nel video, accompagnate anche da parole eversive, di odio e di istigazione alla violenza che alimentano solo un clima di razzismo e xenofobia, ne diventa complice.
Proiettare un corpo con l’uniforme da poliziotto, impiccato a testa in giù, facendo partecipare un minore mentre ci si esalta nell’aver commesso quella violenza, è una chiara istigazione a delinquere che, superando ogni possibile sopportazione atteso che va oltre ogni civile e democratica sopportazione del senso del comune e civile vivere insieme oltre che della libertà di rappresentazione che all’arte e alla musica spesso è concessa, va punito immediatamente e in modo concreto. Giacché consentire che ciò possa circolare senza alcuna censura da parte delle autorità preposte (in primis il Garante dell’infanzia), significherebbe condividere e divenire complici di un siffatto violento e pericoloso modo di comportarsi contro le istituzioni e le donne e gli uomini che le rappresentano.
Così in una nota Felice Romano, Segretario Generale del Siulp commenta il video del rapper Fuma uscito ieri e nel quale si inneggia alla violenza contro la Polizia utilizzando immagini shock.
Crediamo che in uno stato democratico e civile, qual è il nostro, non si possa consentire a nessuno, nemmeno in nome della “licenza artistica”, normalmente concessa nella cinematografia e nella musica, di poter produrre e, ancora peggio, diffondere immagini e parole come quelle del video di Fuma.
Cominciamo a domandarci, sottolinea il leader del Siulp, se queste cose siano una questione che riguarda l’intero paese, le sue istituzioni e in primis la politica che le stesse deve governare nell’interesse di tutti i cittadini oppure, atteso il silenzio assordante di gran parte della politica, sia solo un problema delle donne e degli uomini della Polizia di Stato. Perché se così si dovesse rivelare, i servitori dello stato in uniforme si cominciano a chiedere quale “licenza” sia loro concessa per combattere e arrestare queste eversive pratiche di comunicazione che, contando sulla totale impunità, comincia a diffondersi sempre di più tra giovani aspiranti star del mondo della musica e dello spettacolo, molti dei quali, a quanto sembra, solo in cerca di una squallida notorietà, costi quel che costi.
Ci auguriamo, conclude il sindacalista, che le Autorità preposte intervengano immediatamente chiedendo la rimozione di quel video e una punizione immediata e certa per tutte le istigazioni a delinquere che sono contenute anche nel testo della canzone.
Da parte nostra valuteremo anche la possibilità di costituirci parte civile nel procedimento che,
auspichiamo, scaturirà dall’azione delle Autorità.