Sembra quasi antipatico tornare sull’argomento in ogni circostanza di questo tipo, ma ahimé, siamo obbligati a farlo. Se quei militari fossero stati dotati di taser, oggi avremmo un criminale in arresto e non un corpo in obitorio.
Tanta propaganda, foto e proclami, ma alla fine nelle mani delle forze dell’ordine, c’è solo la patata bollente.
Pensate che questo collega, adesso, non dovrà fare i conti con la giustizia? Ben venga il cosiddetto atto dovuto, perché gli permetterà di nominare un perito e difendersi. Ma chi pagherà tutto questo? L’Amministrazione di appartenenza o il collega di tasca propria? Ogni volta la storia è sempre la stessa: uomini in divisa chiamati a compiere il proprio dovere con il bagaglio di annose conseguenze al seguito.
La scorsa notte, nel biellese, un uomo armato di coltello ha tentato di uccidere un Carabiniere, questi si è difeso e ha sparato.
Speriamo nel buon senso e che difendere la propria vita non diventi l’atto di un omicida senza scrupoli. Se chi di dovere ci avesse ascoltato non staremmo qui a parlare di questo. Pochi proclami e più fatti, dateci il taser.