Occorre tornare a parlare di sicurezza e serve farlo subito, ascoltando la voce di chi quotidianamente, su strada e con grande senso di abnegazione, garantisce l’ordine e la sicurezza pubblica a tutela di tutti i cittadini anche e soprattutto in questo difficile periodo di pandemia e conseguente crisi.
È questo, sostanzialmente, l’invito che i poliziotti rivolgono a Mario Draghi, chiedendo che la sicurezza torni ad essere un argomento sentito e inserito nelle priorità della nuova agenda di governo.
A firmare la missiva indirizzata al presidente del consiglio incaricato, offrendo massima disponibilità e collaborazione, è Valter Mazzetti segretario generale della Federazione Sindacale della Polizia di Stato Fsp.
Mazzetti chiede che anche le rappresentanze del comparto sicurezza e difesa siano ascoltate insieme alle parti sociali, richiamando l’attenzione sul fatto che le forze dell’ordine costituiscono quella categoria di lavoratori “addetti al funzionamento di una delle più importanti e strategiche infrastrutture immateriali del Paese, rappresentata dalle Forze di Polizia, alle quali, come nel caso della Polizia di Stato, è demandato l’onere di assicurare non solo l’ordine e la sicurezza pubblica ma, più in generale, la pacifica convivenza in un contesto di oggettiva criticità socio-economico e di vera e propria emergenza umanitaria”.
Il riferimento è anche alle tante tensioni che nei mesi scorsi si sono verificate nelle piazze italiane, dove alle proteste pacifiche di imprenditori e ristoratori, sono subentrati tafferugli e violenze ad opera di facinorosi e professionisti del disordine.
Grande è stato l’impegno dei poliziotti, sia in riferimento all’ordine pubblico, sia all’interno del tessuto sociale con vicinanza, solidarietà e ausilio a quanti si sono scoperti fragili in questo periodo di paura e solitudine forzata.
Il sindacalista sottolinea ed esalta questo impegno quotidiano di uomini e donne in uniforme e tal proposito ritiene necessario che si torni ora a parlare di sicurezza e che il tema torni al centro dell’agenda politica: “Sono ben noti i limiti normativi che impediscono agli appartenenti alle forze di Polizia e alle forze Armate di aderire a Confederazioni o a sigle sindacali che abbiano relazioni organizzative con esse, ed ecco perché, pur sapendo che il protocollo finora seguito non contempli la possibilità di ‘consultare’ anche i sindacati di Polizia e le rappresentanze militari, vogliamo sottolineare l’importanza di un confronto anche con chi ha l’onere e l’onore di rappresentare il Comparto Sicurezza e Difesa. Non rinunciamo all’idea – conclude Mazzetti – che, proprio la drammaticità del momento e la complessità delle sfide che impegnano le migliori risorse del nostro Paese, possano suggerire al professor Draghi l’opportunità di ‘chiamare a raccolta’ anche i poliziotti per arricchire l’agenda del governo, raccogliendo utili spunti di riflessione”.