Alle ore 05.30 al Numero Unico di Emergenza 112 NUE è arrivata la segnalazione che in viale Regina Elena vi era stata un’intrusione in un hotel.
Giunti immediatamente sul posto, i poliziotti costatavano la forzatura della porta in vetro dell’ingresso principale senza però riscontrare alcun ammanco né la presenza di persone.
Mentre i poliziotti stavano uscendo dall’immobile, la sala operativa li informava dell’attivazione del sistema di allarme di una struttura ricettiva li vicina, sita nello stesso viale Regina Elena. Gli equipaggi intervenuti si portavano prontamente all’esterno del perimetro della struttura ove alcuni di loro, controllando eventuali punti di accesso nella parte posteriore della struttura, constatavano che una delle finestre panoramiche in vetro risultava infranta. A quel punto i poliziotti accedevano nell’hotel in questione attraverso la finestra rotta notando in penombra a circa 15 metri da loro la presenza di due soggetti, un 31enne della Costa D’Avorio e 25 ucraino, entrami regolari sul territorio italiano.
I due uomini, alla vista delle divise si davano a precipitosa fuga cercando di allontanarsi da una porta laterale spingendo all’esterno una bicicletta elettrica.
Immediatamente inseguiti, gli stessi venivano bloccati all’esterno dell’edificio, a pochi metri dall’Hotel.
Nel corso di tale operazione, mentre all’interno delle tasche laterali della bicicletta veniva trovato un cavo di ricarica della batteria della bici stessa ed una bottiglia di vino, sul 25enne si rinvenivano: un alimentatore per cellulare, un pendente a forma di goccia in vetro e numerose monete.
Sull’ivoriano, veniva invece trovato un coltello multiuso.
In tale frangente giungeva la responsabile della seconda struttura la quale nel vedere altri poliziotti entrare nell’Hotel riconosceva la bicicletta spinta da uno di loro quale di sua proprietà e precedentemente da lei parcheggiata all’interno della hall e del valore commerciale di euro 2000 circa. La donna, alla quale venivano esibiti anche gli oggetti rinvenuti in sede di perquisizione, riconosceva l’alimentatore da cellulare, il pendente a forma di goccia in vetro caduto qualche giorno addietro da uno dei lampadari presenti nella stessa Hall e riposto in un cassetto da dove erano state asportate le numerose monetine.
Il 25enne ucraino è risultato già condannato a marzo 2020 per tentato furto in abitazione aggravato, nonché indagato per altri reati della stessa indole, mentre il 31enne ivoriano condannato nel novembre 2015 per spaccio di sostanze stupefacenti è risultato anche annoverare pregiudizi di polizia per reati contro il patrimonio.
Questa mattina i due saranno sottoposti a processo con rito direttissimo.