Dovrebbe tornare libero oggi, Antonino Speziale, l’ultra del Catania condannato a otto anni e otto mesi di reclusione per omicidio preterintenzionale dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti, rimasto ferito mortalmente durante scontri allo stadio Angelo Massimino, il 2 febbraio del 2007, mentre si giocava il derby con il Palermo. Lo riporta l’Agenzia di Stampa Ansa. Il fine pena, infatti, è previsto per oggi, 15 dicembre 2020, anche se il suo legale, l’avvocato Giuseppe Lipera, afferma: “ci crederò soltanto quando lo vedrò uscire dal carcere di Messina, visto quello che abbiamo passato per questo caso”. Il penalista, che lo ritiene innocente, aveva presentato delle richieste per anticipare la scarcerazione del suo assistito concedendogli gli arresti domiciliari per motivi di salute. Ma le domande sono state rigettate. Ha anche richiesto la revisione del processo, riprendendo la tesi del ‘fuoco amico’, che imputa la morte dell’ispettore all’impatto con una Land Rover della polizia, durante gli scontri con gli ultras del Catania. Ipotesi che è stata vagliata da diversi Gip, Tribunali del Riesame e nei tre gradi di giudizio del processo a Antonino Speziale che è stato giudicato da minorenne, perchè all’epoca dei fatti non era ancora maggiorenne. E’ tornato, invece, in semilibertà da poco prima di Natale del 2018, Daniele Natale Micale, 32 anni, l’altro ultra del Catania condannato a 11 anni per la morte dell’ispettore Raciti, dopo avere scontato oltre metà della condanna in carcere a Catania, ed ha un residuo pena di meno di 2 anni. Secondo la ricostruzione dell’accusa, il 2 febbraio del 2007, diversi tifosi del Catania tentarono di ‘sfondare’ il cordone di protezione delle forze dell’ordine che cercava di impedire il contatto con dei supporter del Palermo. In quel contesto, Speziale e Micale, avrebbero lanciato contro la polizia un sottolavello in lamierino, centrando Raciti e procurandogli una lesione mortale al fegato. L’ispettore di polizia morì dopo il ricovero nell’ospedale Garibaldi di Catania.