Riceviamo e pubblichiamo dal Nuovo Sindacato Carabinieri NSC
“Non è la prima volta, e forse non sarà neppure l’ultima. Ancora una volta, una forza politica, fortunatamente minoritaria in Parlamento, ha provato a chiedere di “schedare” la Polizia di Stato, i Carabinieri, la Guardia di Finanza e la Polizia Penitenziaria, schierati in strada a difendere l’ordine pubblico dai sempre più pericolosi facinorosi e agitatori sociali, richiedendo l’apposizione di un codice identificativo sul casco. L’emendamento, fortunatamente respinto, si è materializzato durante l’iter sulla conversione in legge del decreto 130 in materia di Immigrazione e Sicurezza. La posizione del Nuovo Sindacato Carabinieri è chiarissima, nel senso che le Forze dell’Ordine sono disponibilissime a mettere un codice identificativo sul casco, ma a condizione che:- tutti gli operatori siano dotati di bodycam per riprendere le fasi prima e dopo le eventuali cariche e/o incidenti;- come prevede la legge e cioè il T.U.L.P.S., che nessuno dei manifestanti indossi caschi da motociclista, abbia il volto travisato o si presenti con scudi artigianali o spranghe e bastoni e in generale vi siano adeguate garanzie funzionali;- In caso negativo, le manifestazioni, riunioni o assembramenti, dovranno essere sciolti immediatamente con risolutezza, senza remore o tolleranza da parte dei Funzionari di P.S. che, troppo spesso si è vista sulle piazze italiane, dovuta evidentemente ad ordini dall’alto e/o disposizione governative alle quali i Questori devono sottostare.Per una volta,“l’alleanza strategica tra le forze di Governo (PD-M5S) con i Comandi Generali delle Forze di Polizia ad Ordinamento Militare si è rivelata positiva, nella stessa misura di quanto sia invece deleteria e dannosa sul fronte della legge sui Sindacati Militari in discussione alla Commissione Difesa del Senato, dove i partiti di maggioranza che solo a parole si dichiarano progressisti e innovatori, stanno approvando una legge retrogada, iniqua e con diversi profili di incostituzionalità, frutto di un “compromesso”, al ribasso aggiungiamo noi. Il tutto certificato dalle dichiarazioni della deputata Emanuela Corda, che sta ai militari come l’ex Ministro Elsa Fornero sta ai pensionati, prima firmataria, nonché artefice e responsabile di questa legge, respinta e criticata da tutte le sigle sindacali militari presenti attualmente nel panorama italiano.”