«Le condizioni in cui sono costretti a lavorare i colleghi impiegati nei servizi immigrazione, vanno sempre peggiorando. In piena pandemia, i colleghi di Viterbo, dopo aver accompagnato un immigrato presso il Cpr di Macomer, hanno dovuto attendere 19 ore l’arrivo di un medico».
Lo denuncia Fabio Conestà, Segretario Generale del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia (MOSAP).
«I colleghi si sono imbarcati alle ore 13.35 su un volo di linea a Fiumicino e giungevano alle ore 14.40 a Cagliari, per poi arrivare alle ore 17.00 circa al CPR di Macomer. Al momento dell’arrivo veniva assicurato al personale della Polizia di Stato in servizio di scorta che presso il CPR, in un tempo ragionevole, il cittadino straniero sarebbe stato visitato da un medico della struttura e che sarebbe stato dato il parere sanitario per la sua l’accoglienza. Alle ore 23.30 circa, dopo varie telefonate e sollecitazioni, il personale della Polizia di Stato in servizio di scorta apprendeva che il Cpr, gestito da una società/cooperativa, non aveva un medico disponibile fino alle ore 09.00 del giorno seguente. I colleghi – dice Conestà, hanno dovuto vigilare tutta la notte il cittadino straniero. In tutto questo chi ha in gestione il Cpr, ha solo fornito una coperta e un materasso. Questa me la chiamate accoglienza? Sembra più – conclude – uno scarica barile sulla Polizia».