Il Nuovo Sindacato Carabinieri analizza e scrive ai Comandanti delle Legioni e dei Provinciali Carabinieri sulla necessità degli interventi di contenimento della pandemia e sulle eventuali pianificazioni per limitare le potenziali deficienze della forza lavoro. Va ricordato che in queste ultime settimane i positivi nella nostra Istituzione hanno raddoppiato il proprio numero ed NSC è veramente preoccupata dal “navigare a vista” che sembra emergere dalle reazioni poco aderenti alla necessità di contenere il virus. La Sanità Militare deve evitare interpretazioni e influenze gerarchiche, nell’unico obiettivo di tutelare la Salute che ogni Medico “deve” porre al primo posto, soprattutto per evitare la possibilità di trasformare i Militari in veicolatori del virus. Assistiamo a sperequazioni e personalizzazioni procedurali in diversi reparti che, nonostante i casi acclarati di positività al virus, non vedono sempre attuare l’immediata sottoposizione di tutto il personale ai test di controllo per impedire l’ulteriore diffusione della pandemia, né il loro isolamento fino all’esito, alimentando così possibili focolai che non influenzano solo la possibilità di contagio tra i Carabinieri che operano in quei reparti ma anche quella di diffusione fra Familiari di quei stessi Colleghi. Se è comprensibile l’esigenza di evitare la chiusura di reparti strategici non deve mai essere in pericolo la salute dei Carabinieri e dei loro affetti, basterebbe un caso di contagio di una persona (Collega o Familiare) che abbia delle patologie particolari per comprendere il rischio di queste decisioni. Anche i medici di famiglia esprimono dubbi e valutazioni negative sul comportamento della Sanita’ Militare, la quale non può derogare alle prevalenti disposizioni della Sanita’ Pubblica. Numerosi Carabinieri – coscienziosamente – hanno dovuto fare ricorso a strutture private per essere sottoposti ai test per il parere negativo delle Infermerie, risultando invece positivi e dopo essere entrati in contatto con familiari ed altri militari, con le conseguenze facilmente immaginali. Decisioni che provengono dalla necessità di conoscere il proprio stato di salute – dopo essere entrati in contatto con Colleghi positivi – e rimodulare/rinforzare le procedure personali di contenimento a tutela propria e della collettività, sia sul lavoro che nella vita privata. È chiaro (e paradossale) che anche se di responsabilità dell’apparato statale – spesso sono le personali ed autonome iniziative (anche onerose) del personale che permettono una mitigazione della diffusione del contagio. Eppure basterebbe ricordare che proprio il Comandante Generale, in occasione dell’audizione alla Commissione Difesa dell’8 scorso, dando i numeri dell’impiego medio giornaliero nelle fasi più acute (35 mila unità) e precisando che solo un terzo della forza effettiva è dedicata al core business delle nostre attività (la prossimità al Cittadino), ha evidenziato che esistono i numeri necessari a creare un turn-over per la territoriale, pianificando rotazioni del personale ed alleggerendo così la presenza congestiva dei militari, al fine di limitare la possibilità di contagi ed essere in grado di continuare a fornire il servizio essenziale che l’Arma dei Carabinieri svolge ogni giorno In tale ottica NSC suggerisce di ricorrere maggiormente agli strumenti a disposizione dei Comandanti di Corpo: •lavoro agile (c.d. smart working); •licenza straordinaria per gravi motivi; •evitare estensioni della settimana lavorativa e/o adozione del doppio turno di servizio (ad es. 08.00/20.30); •limitare il ricorso all’uso dello straordinario in quanto del tutto contrastante con le esigenze di decongestionamento degli uffici; •incentivazione e velocizzazione delle inoculazioni del vaccino antinfluenzale al personale, oltre che le finalità di immunizzazione dai ceppi più comuni dell’influenza, anche allo scopo di limitare la comparsa di sintomi analoghi a quelli da Covid-19 e quindi comporterebbero un’inutile e dispendiosa attuazione dei protocolli (quarantena – permanenza domiciliare – esecuzione dei test), con ripercussioni negative anche sulla forza lavoro; • previsione di uniformi idonee ad una sanificazione rapida, come le tute da OP, o dei maglioni invece delle giacche (utilizzo delle camicie estive, lavabili e stirabili in tempi rapidissimi, sotto il maglione, anche durante il periodo invernale). Prevedere l’immediata stipula di convenzioni con lavanderie locali (senza oneri per il personale), alternativamente riconoscendo un contribuito mensile sullo stipendio. L’esigenza di promuovere la comunicazione, paventata dai Dirigenti, per essere efficace non può essere univoca e deve garantire sia l’ascolto che la considerazione dell’altro. Abbiamo già dato degli inputs contributivi alle nostre catene gerarchiche, frutto dello scambio di idee e di esperienze con il personale che ogni giorno si rivolge a noi per segnalare incongruenze logistiche ed operative che influenzano la sicurezza e la serenità dei Carabinieri. Il Nuovo Sindacato Carabinieri vigilerà sulla applicazione di quanto disposto sia dai decreti legge sia dalle normative che tutelano la salute di tutti i Carabinieri, ponendosi a disposizione della nostra Amministrazione per scambi costruttivi che abbiano al centro i diritti e la salute di ognuno di Noi, come per qualsiasi problematica legata alla gestione emergenziale, o a qualsiasi esigenza diversa, attraverso i nostri dirigenti sul territorio.