A seguito di nuove indagini patrimoniali svolte dalla Divisione Anticrimine, a Milano e a Bisceglie, è stato eseguito un sequestro antimafia a carico di uno dei principali esponenti del narcotraffico milanese, condannato per aver importato dall’estero enormi quantitativi di droga, principalmente hashish.
Il provvedimento è stato emesso su proposta del Questore di Milano dal locale Tribunale, Sezione Autonoma Misure di Prevenzione, ed è stato eseguito in collaborazione con la Questura di Bari.
Il nuovo sequestro nasce da uno sviluppo di quello già eseguito lo scorso 20 luglio con cui – grazie agli approfondimenti patrimoniali della Divisione Anticrimine – nei confronti dell’uomo sono stati sequestri oltre 17 milioni di Euro in contanti, soldi che furono rinvenuti nascosti in un’intercapedine muraria nell’abitazione di suo padre.
Gli specialisti della Divisione Anticrimine della Questura hanno pertanto attenzionato i componenti della famiglia d’origine del soggetto, pienamente consapevoli e coinvolti nelle sue attività delittuose, accertando che la sorella aveva stipulato alcune compravendite immobiliari contraendo dei mutui che venivano pagati con sospette iniezioni di liquidità in contanti – dai 3000 ai 5000 Euro – sul suo conto corrente, somme del tutto ingiustificabili se raffrontate ai suoi normalissimi redditi di cassiera in un supermercato.
Recependo in pieno la ricostruzione effettuata dalla Divisione Anticrimine, il Tribunale ha disposto il sequestro di un immobile ad uso abitativo, con relativo box auto, sito a Bisceglie (BT), nonché di un ulteriore box auto sito a Milano, beni tutti intestati alla sorella del prevenuto, per un valore complessivo di circa 500 mila Euro.
A seguito di questa nuovo decreto di sequestro, in applicazione del Codice Antimafia, spetterà ai destinatari del provvedimento dimostrare che l’appartamento e i due box sono stati acquisiti con risorse economiche lecite e dichiarate al fisco e, in caso contrario, il sequestro si tramuterà in confisca, cosicché i beni, acquisiti definitivamente nel patrimonio dello Stato, potranno essere reimpiegati in finalità sociali nell’interesse della collettività.