“Prima gli identificativi sul casco ora l’arma dissociata dal caricatore mettendo in pericolo l’operatore a cui non è consentito di rispondere tempestivamente a un eventuale minaccia. Siamo ai voli pindarici dell’interpretazione dei regolamenti”. E’ Fabio Conesta’, Segretario Generale del sindacato di Polizia Mosap, con una nota da Roma, a criticare l’Amministrazione dopo una nota uscita dalla questura di Agrigento dove si dispone che il personale operante deve dissociare la pistola dal caricatore, ” un aspetto molto grave non previsto da nessun protocollo”, fa presente il sindacalista secondo il quale “L’unica cosa che possa giustificare la disposizione è che in un eventuale previsione da corpo a corpo con gli immigrati dissociare la pistola dal caricatore secondo la Questura avrebbe messo in sicurezza i poliziotti memore di ciò che è successo a Trieste dove i colleghi hanno perso la vita per i fatti che conosciamo”. “Un atteggiamento del genere -rileva ancora Conesta’ – potrebbe presupporre In un prossimo futuro una disposizione che ‘disarma’ poliziotti in ambiti come i servizi di ordine pubblico allo stadio o manifestazioni”. Per il Mosap “e’ una mancanza di rispetto verso i colleghi ai quali non viene riconosciuta la professionalità.
La Questura – secondo Conesta’ – poteva ampliare quella disposizione dicendo al limite che gli operatori avrebbero dovuto mettere in ‘sicurezza’ l’arma, come tra l’altro è previsto dal protocollo, ma non certo dissociarla dal caricatore”.
” Il regolamento di servizio prevede – ricorda infine il segretario generale del Mosap – che l’arma in dotazione individuale deve essere utilizzata dall’operatore ponendo in essere tutte le sicure e le sicurezze. Da nessuna parte si riscontra il fondamento che possa presupporre una presa di posizione da parte della Questura obbligando gli operatori a dissociare il caricatore dalla pistola”.