La vicenda è stata rivelata dal Fatto il 30 luglio scorso. E alla fine, due poliziotti del commissariato Colombo (Roma) sono stati sospesi per un anno dal servizio per quello schiaffo dato in pieno volto a un 39enne durante una perquisizione in casa. I due agenti sono accusati dai pm capitolini di falso ideologico in atto pubblico, violenza privata e abuso di autorità contro arrestati o detenuti. Per capire bene cosa sia accaduto bisogna tornare al 13 aprile, quando alle due di notte, in pieno lockdown, gli agenti fermano in strada un 39enne, che dopo un primo controllo, risulta essere in possesso di alcune bustine di metanfetamina (per questi fatti, il processo contro il 39enne è ancora in corso). I poliziotti quella sera decidono quindi di perquisire il suo appartamento, dotato di un sistema di telecamere interne. In un video, pubblicato da Il Fatto, si vede un agente domandare al 39enne: “Questo è shaboo?”, termine utilizzato nelle Filippine per identificare la metanfetamina. Il giovane, seduto su uno sgabello ha un attimo di esitazione, e il poliziotto lo colpisce con un violento schiaffo facendolo cadere. Nell’ordinanza del gip Zsuzsa Mendola si legge che il poliziotto ha ammesso di aver colpito l’uomo, spiegando che sarebbe stata “una reazione istintiva per allontanarlo”, per “paura di contagio da Covid-19”, visto che l’uomo “aveva una salivazione eccessiva” e “continuava a sputare, sia pure in maniera impercettibile”. Circostanza per il gip non comprovata dalle immagini registrate. I due agenti sono indagati anche per falso: non hanno riportato nei verbali di perquisizione di “aver effettuato (…) l’assunzione di informazioni dell ’arres tato”. I due quindi vanno sospesi, secondo il gip Mendola, per il “pericolo di recidivanza” e per la loro “modalità della condotta”, che il giudice descrive “indicativa di abitualità delle commissione di analoghe condotte illeciti”. Tanto che per il gip non si tratta di un fatto episodico.
fonte il fatto quotidiano