A uccidere David Tobini, parà della Folgore morto in Afghanistan nel 2011 durante un conflitto a fuoco a Bala Murghab, non sono stati i ‘nemici’ ma un commilitone. È quanto trapela dall’inchiesta della procura di Roma sulla morte del militare italiano. Come ricostruisce Il Messaggero, si tratta di una svolta nelle indagini supportata da una nuova perizia balistica che ribalterebbe l’ipotesi di un’uccisione da parte di un ribelle talebano durante il combattimento come ipotizzato finora. Tobini sarebbe invece stato ucciso da distanza ravvicinata da qualcuno che avrebbe puntato l’arma sul capo del 27enne e aperto il fuoco.
Così, almeno, sostiene la perizia redatta dall’esperto balistico Ermanno Musto, già nelle mani dei pm romani che ora si ritrovano davanti uno scenario diametralmente opposto a quello finora ipotizzato. “Sull’elmetto e il corpo di David ci sono tracce di ustione e combustione che testimoniano come il colpo sia stato a contatto o nella brevissima distanza – sottolinea Paolo Pirani, legale della famiglia Tobini – È un procedimento scientifico a dimostrarlo più il colpo è sparato da vicino, maggiore è la bruciatura, più è lontano minore la parte ustionata”.
Proprio l’elmetto del parà è stato sequestrato nella caserma di Pistoia, dove Tobini era di stanza, e ora i magistrati di piazzale Clodio ascolteranno la versione dei fatti dei soldati coinvolti in quell’operazione per ripercorrere in modo dettagliato quanto avvenuto a Bala Murghab. E confronteranno il loro racconto anche con la simulazione 3D che ha permesso di ricostruire il campo di battaglia grazie a droni e video.
Anche perché – racconta ancora Il Messaggero – proprio le dichiarazioni dei commilitoni rilasciate nella prima inchiesta, poi archiviata, non collimerebbero con la ricostruzione tridimensionale: la simulazione, insomma, dimostrerebbe che quanto raccontato dai militari non corrisponde alla realtà. E i magistrati cercheranno di comprendere anche come i medici legali non si siano accorti di tutto questo. Otto anni dopo la verità sulla morte di David Tobini è tutta da scrivere.
fonte il fatto quotidiano