Quello che ha vissuto Arianna Virgolino, 31 anni, originaria di Peschiera del Garda (Verona) ha dell’incredibile. Era il 7 novembre 2019 quando la giovane poliziotta, in quel momento in forza alla Stradale di Guardamiglio (Lodi), veniva premiata dal prefetto di Lodi Marcello Cardona per aver sventato una violenta rissa davanti a un locale di Casalpusterlengo. Un intervento straordinario, degno di un veterano, tanto che lo stesso prefetto l’aveva definito “eroe del quotidiano” per il suo coraggio. Lo stesso giorno però, un paio d’ore dopo aver ricevuto l’encomio, una sentenza del Consiglio di Stato la sospendeva per “demeriti estetici”. Tutta colpa di quel cuore con una coroncina che aveva deciso di tatuarsi a 18 anni e che aveva tolto ben prima del concorso del 2018 per entrare in polizia. Una beffa incredibile per la brava agente Virgolino che ora si trova nel limbo: sospesa, ma non licenziata, disoccupata.
Virgolino, si sente vittima di un’ingiustizia?
«Ho tanta rabbia e delusione per quello che è accaduto. Ho fatto tutto quello che dovevo fare per poter continuare a fare il lavoro che amo. Ho eliminato il tatuaggio come prescrive la norma già durante le preselezioni, pagando nove sedute di laser (da 200 euro l’una, ndr). Ma non è bastato. Con questa sentenza ho dovuto lasciare il lavoro dei miei sogni».
In tutta questa attesa e incertezza lei ha continuato a lavorare.
«Sì, ed è stato tremendo. Nel mio anno di attività come poliziotta ho continuato a fare i miei turni e tanti interventi. Un incarico duro, con 60 chilometri di autostrada da coprire, tra incidenti e controlli. Poi quando toglievo la divisa spesso crollavo: scoppiavo in lacrime, perché la situazione era veramente stressante».
Secondo lei a condannarla è stata la troppa sincerità?
«Il tatuaggio era quasi sparito ma ho preferito essere corretta. Pensavo mi avrebbero apprezzato, invece mi hanno messo alla porta».
Come è cambiata ora la sua vita?
«Sono stata costretta ovviamente a riprendere la mia vita in mano e a cercarmi un lavoro: ho un figlio di 8 anni e in qualche modo devo andare avanti. Nel frattempo per pagare i legali ho venduto l’auto. Io però non voglio mollare, ho diritto a essere una poliziotta e chiedo giustizia».