Ersan ha 23 anni, un lavoro in pelletteria, uno stipendio dignitoso, una casa in affitto, una compagna. E da poco, dopo anni di lontananza, ha ritrovato il fratello minore, di cui è diventato tutore. Ersan è nato e cresciuto al campo rom del Poderaccio, ma appena ha potuto è venuto via per crearsi una vita indipendente e una famiglia tutta sua. Nel suo percorso ha potuto contare sull’aiuto degli operatori delle cooperativa sociale Il Girasole, che insieme alla cooperativa Cat e alla Caritas e al Comune di Firenze, hanno svolto il lavoro di mediazione e di inserimento sociale e lavorativo che ha accompagnato la chiusura del Poderaccio, dopo 32 anni dai primi arrivi, conclusasi il 12 agosto.
“Non ho voluto chiedere mai nulla a nessuno, volevo essere indipendente, vivere del mio lavoro, fuori dal campo: anche se non è sempre facile, dà soddisfazione”.
Ersan ha frequentato le scuole a Firenze, fino all’età dell’obbligo, poi a 16 anni, seguendo le orme del fratello maggiore, ha iniziato a lavorare, prima in una fabbrica metalmeccanica poi in un laboratorio di pelletteria, con un contratto di apprendistato. Ora è diventato operaio pellettiere con un contratto a tempo indeterminato. Un anno fa la decisione di venire via dal campo e andare a vivere da solo. Trovare una camera o un appartamento in affitto non è stato facile, ma dopo 5 mesi di ricerca con l’aiuto della cooperativa Il Girasole è riuscito a trovare la sistemazione adatta: un appartamento fuori città, a un canone adatto alle sue entrate, ben servito dai mezzi pubblici per poter andare al lavoro anche senza patente.
Con lui ora vivono la compagna e il fratellino di 16 anni, che abitava con la madre nel sud Italia. Quando lei ha deciso di trasferirsi all’estero per motivi di lavoro, lui ha preferito non seguirla. Ersan allora si è offerto di tenerlo con lui e insieme agli operatori sociali del Girasole ha fatto tutte le pratiche per diventare ufficialmente suo tutore. “Va a scuola, l’ho iscritto a una squadra di calcio, quando compirà 18 anni troveremo un lavoro così mi darà una mano” dice Ersan.
“Ersan è un ragazzo in gamba, è il migliore esempio di inclusione sociale e autonomia”, spiegano Andrea Ricotti, direttore area Inclusione della cooperativa Il Girasole e coordinatore del progetto Inclusione Famiglie del Poderaccio, e Letizia Goffi, referente del progetto per la cooperativa Il Girasole.
Dal 2018, quando la cooperativa è entrata nel progetto per il Poderaccio, il Girasole ha preso in carico i nuclei familiari che vivevano nell’insediamento, occupandosi del loro inserimento sociale e lavorativo fuori dal campo, della messa in regola dei documenti, delle varie problematiche dei singoli nuclei familiari. “Attualmente abbiamo attivi 10 tirocini, di persone dai 18 ai 50 anni: uno si è appena trasformato in un’assunzione, altri due lo saranno a breve”.
Il campo rom era nato nel 1988 come campo sosta per nomadi con container, roulotte e baracche. Nei primi anni del 2000 fu organizzato in 79 casette. Nel 2014 nel campo rom risiedevano 470 persone, scese a 241 alla fine del maggio 2018. Nel 2019 sono fuoriusciti dal campo 21 nuclei familiari, mentre quest’anno sono usciti gli ultimi 13 che restavano.
Alcuni sono entrati in graduatoria per gli alloggi Erp, altri hanno usufruito di accoglienze temporanee, il 40% ha scelto di trovarsi una sistemazione in autonomia.
fonte redattoresociale.it