Lo scandalo del bonus per le partite Iva si allarga dal Consiglio Regionale – dove sono finiti nel mirino tre consiglieri, due leghisti e un dem – alle amministrazioni locali. Il vicesindaco e un assessore della giunta di centrodestra che governa Biella hanno preso il “bonus” per le partite Iva ed è bufera. Massimo Gaggino e Giacomo Moscarola sono finiti nel mirino dei social da messaggi di disapprovazione per i soldi chiesti e ottenuti dallo Stato per l’emergenza “Covid”. Gaggino (Forza Italia) ha spiegato che facendo il parrucchiere e avendo tenuto chiuso il negozio per tre mesi, non ha percepito alcun reddito e quindi non trova niente di scandaloso nel avere chiesto l’aiuto statale messo in campo per lavoratori in difficoltà economiche per l’emergenza sanitaria. Moscarola, vicesindaco in qutoa lega, come il sindaco Corradino, ha chiesto il bonus perché ha la partita Iva in qualità di perito assicurativo. “Non vivo di politica e durante il lockdown non ho fatturato, dovendo però pagare i contributi” ha spiegato il leghista che ha un reddito di 2800 euro lordi come amministratore comunale in risposta a chi lo accusava. Marta Bruschi, consigliera del Pd, rincara la dose: “Si sono aumentati lo stipendio a inizio mandato, perché avevano detto che lavoravano h24 per la città. Invece abbiamo scoperto, con spiegazioni tipiche di chi si arrampica sui vetri, che si sono presi bonus destinati a persone davvero bisognose”.
fonte repubblica.it