C’ha messo quasi ottant’anni ad arrivare a destinazione ma alla fine, grazie alla passione per gli oggetti antichi mista anche a un pizzico di curiosità di un 30enne quinzanese, la lettera spedita dai campi di prigionia in Africa durante la Seconda guerra mondiale è stata finalmente recapitata a una famiglia di Quinzano.
Un amante di oggetti vintage e di documenti storici del territorio bresciano, poche settimane fa aveva adocchiato sul sito di un negozio online bolognese questo cimelio che aveva voluto comprare proprio perché riportava il nome del suo paese.«Ho trovato da un antiquario di Bologna questa lettera scritta nel 1942 dal soldato Giuseppe Cavalli, prigioniero di guerra in Sud Africa, e indirizzata al padre Domenico, residente nella cascina Falivera a Quinzano. Non conoscevo i destinatari e nemmeno la loro famiglia, ma avendo visto il nome del mio paese ho deciso di acquistarlo perché tornasse tra le mani del legittimo proprietario. Devo dire che avevo già comperato documenti antichi, ma erano tutti carteggi burocratici, mai me ne era capitato un così intimo». Una volta arrivata la lettera il 30enne si è dato da fare, sia tramite social sia, soprattutto, grazie al passaparola per trovare la famiglia del soldato Giuseppe. E alla fine c’è riuscito, il giovane ha consegnato la lettera all’affezionato nipote 74enne.
La cosa strana in tutta questa storia è che la lettera riporta il timbro dell’ufficio postale di Quinzano, quindi era già arrivata in Italia, ma non era mai stata data alla famiglia.