Un bambino di 11 anni segregato e terrorizzato in casa dai genitori e dalla zia perché ostacolava il loro divertimento.
L’incredibile vicenda è avvenuta in Sardegna ed è stata raccontata dal quotidiano Leggo.
A ricostruire la vicenda i giudici del Tribunale di Tempio, in Sardegna, secondo cui i parenti, mossi da “deprecabile crudeltà nei confronti di un bimbo ritenuto a volte un ostacolo al trascorrere del tempo fuori casa per divertimento”, utilizzavano terribili espedienti per spaventarlo, come la “Voce del diavolo”, una voce artefatta e registrata con il cellulare e trasmessa nella stanza buia dove veniva rinchiuso il piccolo.
I tre sono stati condannati a otto anni per sequestro di persona e maltrattamenti e nel corso delle indagini sono venute alla luce le torture a cui era sottoposto il bambino nella “villa degli orrori”, com’è stata ribattezzata la sua casa. Le motivazioni della sentenza spiegano che gli imputati segregavano il bambino per passare tempo fuori casa per divertirsi con parenti e amici senza pensieri, mentre lui veniva lasciato in una stanza al buio senza letto, con porte e finestre sbarrate, pane e acqua per i momento di appetito e un secchio dove fare i bisogni.Le indagini sono iniziate quando lo scorso 29 giugno 2019, il bambino ha chiamato il 112 da un cellulare senza scheda telefonica per chiedere aiuto ai carabinieri.