Il bambino, scrive il Messaggero, non parla e ora gli psicologi e i medici che lo hanno in cura stanno cercando di capire se il mutismo sia legato allo choc o a una patologia. Presumibilmente deve aver subito diversi traumi, secondo i medici, per questo tutte le analisi del caso per capire se è stato vittima di abusi vengono condotte con grande delicatezza per evitare di turbare ulteriormente il bimbo. Ora il minore è affidato ai servizi sociali e probabilmente non rientrerà in famiglia a breve.
Il papà, un rom di 23 anni, risiedeva nel complesso Le Salzare, serpentone di cemento armato sul lungomare degli Ardeatini finito spesso sotto i riflettori per smaltimento illegale di rifiuti, spaccio di stupefacenti e roghi tossici sotto le finestre degli appartamenti. Una zona degradata abitata principalmente da rom e bosniaci in cui si vive in condizioni di estremo disagio, con case abitate e condizioni igienico-sanitarie disastrose.