Alla vista dei due ragazzi abbiamo attraversato la strada e gli siamo andati incontro poi abbiamo tirato fuori il tesserino e ci siamo qualificati dicendo ‘carabinieri’. Eravamo a circa 3-4 metri. Poi abbiamo riposto i tesserini e ci siamo avvicinati per essere a mani libere . Lo ha detto il carabiniere Andrea Varriale sentito oggi in corte d’assise nel processo agli americani Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth accusati dell’omicidio del suo collega il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega ucciso a luglio del 2019. Varriale ha ricostruito le fasi della colluttazione e ha spiegato rispondendo alle domande del difensore di Hjorth nel corso del controesame che sia lui sia Cerciello avevano la placca nella tasca dove e’ stata riposta dopo essere stata esibita. Noi li abbiamo individuati ci siamo qualificati – ha detto Varriale in aula – ci siamo avvicinati . Il militare gia’ in forza alla stazione di piazza Farnese ha ribadito che la decisione di non portare l’arma quella sera e’ stata una responsabilita’ esclusivamente sua. Il carabiniere ha detto anche che nel turno precedente in zona Termini portavano la pistola perche’ – ha spiegato – la riteniamo una zona pericolosa . Sulle armi c’e’ una circolare interna che prevede che la pistola vada portata addosso e non in borselli.