Emanuela Loi, è stata una dei cinque membri della scorta di Paolo Borsellino che saltarono in aria il 19 luglio 1992 in via d’ Amelio. Nata a Sestu (Cagliari), non aveva ancora 25 anni e fu la prima donna poliziotto a morire per mano mafiosa.
Sogava di diventare maestra, ma fu tentata ad arruolarsi in Polizia, superando il concorso con il massimo dei voti. Entrò nella Polizia di Stato nel 1989 e frequentò il 119º corso presso la Scuola Allievi Agenti di Trieste. Fu trasferita a Palermo due anni dopo.
La notizia del tremendo attentato in cui persero la vita Falcone, la moglie e tre uomini di scorta scosse profondamente i poliziotti, che si sentivano ancora più vulnerabili. E la paura insieme al senso del dovere assalì Emanuela quando le comunicarono che sarebbe entrata a far parte delle scorte. A un amico che impensierito le raccomandava di stare attenta disse: «Maddai, finché non mi mettono con Borsellino, non corro nessun rischio. Solo con lui mi possono ammazzare».
E invece, il 17 luglio, di rientro da un periodo di ferie in Sardegna, fu assegnata proprio a Paolo Borsellino, che nell’ incontrarla disse «E lei dovrebbe difendere me? Dovrei essere io a difendere lei». Il primo giorno di scorta andò liscio. Il giorno dopo erano le 16.58 quando in via d’ Amelio, dove Paolo Borsellino si era recato per andare a salutare l’anziana madre, proprio nel momento in cui il giudice ed Emanuela scesero dall’auto, una Fiat 126 esplose.