E’ stato rinviato a giudizio l’agente di polizia che il 12 luglio dello scorso anno ha ucciso con due colpi di pistola in via Rosaroli, a Napoli, il giovane pitbull Rocky durante un intervento riguardante il proprietario del cane agli arresti domiciliari. A sciogliere la riserva è stato il giudice Campoli presso il Tribunale di Napoli, e il suo provvedimento di imputazione coatta dà rilievo al fatto che, in base alla visione delle prove filmate, al momento della seconda e fatale esplosione il cane “era già palesemente ferito e dall’andatura claudicante”.
A darne notizia è Lndc-Animal Protection, associazione che negli ultimi anni si batte in modo strenuo affinché la magistratura tenga in debita considerazione i reati penali di maltrattamento e uccisione di animali, troppo spesso archiviati anche quando in presenza di evidenze clamorose. “Siamo profondamente riconoscenti al giudice Campoli per aver riconosciuto legittima dignità a questo caso” dice Piera Rosati, presidente di Lndc- Animal Protection. “E’ ovvio che, nel sistema democratico in cui abbiamo il privilegio di vivere, un rinvio a giudizio non rappresenta affatto la conclusione di un percorso, ma l’inizio. Eppure per gli animali, a dispetto delle leggi (di cui da tempo chiediamo il necessario aggiornamento con inasprimento delle pene) che li tutelano, questo inizio non è mai scontato”.
Ieri, in aula, l’avvocato Michele Pezone, legale e responsabile Diritti animali Lndc che ha seguito il caso fin dal principio, ha ribadito come il secondo colpo esploso dal poliziotto risultasse del tutto superfluo, dato che lo sventurato Rocky, già ferito dal primo proiettile, a quel punto si limitava a cercare riparo senza mostrare alcun comportamento aggressivo. A supporto della tesi di parte è stata presentata una perizia del medico veterinario Enrico Moriconi, esperto comportamentalista, redatta sulla base dei diversi filmati girati dagli astanti.
La triste storia di Rocky ha sollevato, nell’immediato e nei mesi a seguire, indignazione e partecipazione, sia per l’apparente gratuità del gesto che poneva fine alla vita di un esemplare molto giovane, sceso in strada al seguito del padrone e, a quanto si evince dai video, semplicemente agitato dall’arrivo delle volanti a sirene spiegate e dal capannello di gente, sia perché non è il primo caso di cane ucciso con disinvoltura e in mezzo alla folla da un tutore delle forze dell’ordine. fonte