«La grotta si è riempita improvvisamente, non ci era mai accaduto prima, è stata una piena d’acqua incredibile e inaspettata». Sono sotto choc i due sopravvissuti della tragedia di Roccamorice, Giuseppe Pietrolungo, 34 anni, e Stefano Farinelli, 31, speleologi esperti, il primo abruzzese di Pianella (fratello di Andrea, uno dei più conosciuti soccorritori dell’Aquila e di Rigopiano, morto per un infarto tre anni fa) e l’altro marchigiano di Ancona, uniti dalla passione per le esplorazioni sotterranee. Ripetono di essere vivi per miracolo, mentre il loro amico Alessio Carulli, geologo di 42 anni, originario di Arielli, in provincia di Chieti, non ce l’ha fatta. È rimasto intrappolato in mezzo ai due «sifoni» presenti nella grotta della Risorgenza, due pozze che con le piogge tendono a riempirsi d’acqua ostruendo il cammino. Avrebbe commesso l’errore di percorrere un passaggio a testa in giù (invece che a testa in su) ed è morto probabilmente annegato.