ROMA – “C’è solo una ragione che mi spinge a salutare tutti così e ad avere un funerale in forma privata non voglio disturbare”. È questa la ragione che ha spinto Ennio Morricone a voler mantenere nella forma più riservata possibile il compianto della sua morte. Il grande compositore, scomparso questa notte alle 2.20 circa, ha voluto scrivere nero su bianco il suo necrologio.
Parole commoventi, che il suo avvocato nonché amico di famiglia Giorgio Assumma ha enunciato ai cronisti che affollano l’entrata del Campus Biomedico, dove Morricone era stato ricoverato a seguito di una frattura del femore e dove è spirato all’età di 91 anni per, spiega il legale, “complicazioni post operatorie”.
“Io Ennio Morricone sono morto”, questo l’incipit del testo che, ha sempre spiegato Assumma, è stato ritrovato dai famigliari e scritto dal Maestro prima della caduta che lo avrebbe portato alla morte. ” Lo annuncio così, a tutti gli amici che mi sono stati vicini ed anche a quelli un po’ lontani, che saluto Con grande affetto. Impossibile nominarli tutti”. Poi passa in rassegna solo alcuni amici tra i più cari, tra il quali “Peppuccio” così chiamava Giuseppe Tornatore, le sorelle, i figli “spero che comprendano quanto li ho amati” . Ma l’ultimo saluto, il più struggente, è al suo grande amore Maria, la moglie, compagna di una vita. “A Lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare. – conclude il Maestro -. A Lei il più doloroso addio”.
La camera ardente, al piano -2 del Campus, è completamente off limits. Nessuno può avvicinarsi, nemmeno per portare i fiori, e sarebbe comunque vietato per le limitazioni imposte dal Covid. Non si vedono nemmeno fan, nel sole accecante del campus a Trigoria, non lontano dal campo di allenamento della sua squadra del cuore, l’As Roma. Il rispetto per il Maestro che ha segnato generazioni con le sue memorabili colonne sonore è massimo. fonte repubblica.it