Il giovanissimo allenatore, che non era affetto da patologie pregresse, è deceduto a causa di una trombosi venosa dopo aver passato la stragrande maggioranza del lockdown fermo a giocare ai videogiochi dopo essere stato licenziato
Una morte insolita e del tutto inaspettata quella di Louis O’Neill, un giovanissimo allenatore di calcio. Il ragazzo poco prima del lockdown era stato licenziato dal suo lavoro presso il Center Parcs, cercando conforto nei videogiochi online. Vani i tentativi del padre, Stanley Greening, 56 anni, di Harlington nel Bedfordshiredi, di stimolarlo ad uscire e lasciare ogni tanto casa: il ragazzo continuava a reagire male, chiedendo ripetutamente di essere lasciato solo.
Aveva trovato conforto in quel mondo virtuale che non gli ha lasciato scampo
Louis ha iniziato a sentirsi male verso fine maggio: i medici del pronto soccorso hanno creduto che si trattasse inizialmente di intossicazione alimentare, ma in seguito il ragazzo cominciò ad avvertire un forte dolore alla gamba, per poi morire il 3 giugno prima che i medici potessero giungere sul posto per soccorrerlo a causa di una trombosi, ovvero un coagulo di sangue all’interno delle vene, che si manifesta tendenzialmente nelle gambe dopo lunghi periodi di inattività. Il Sig. Greening ha deciso di sensibilizzare le altre famiglie rispetto ai pericoli di rimanere totalmente inattivi durante il lockdown, affermando che se riuscirà a prevenire anche una sola “perdita” nel nome di suo figlio, “quella sarà una luce brillante che brillerà su Louis”. Come ha raccontato il padre, Louis ha deciso di rifugiarsi nel mondo virtuale dei videogiochi per lenire il dolore della perdita del lavoro: “Nessuno mai avrebbe previsto un coagulo di sangue. Ma è proprio così, e ha strappato via mio figlio e sono morto dentro con lui. 24 anni. Chi sta avvisando i giovani? Chi avvisa chiunque di qualsiasi età? Nessuno. Mio figlio vivrà, e continuerò a diffondere questo avvertimento a nome suo, per lui“. Il Sig. Greening ha poi affermato che la “cosa terribile” della morte di Louis è che si sarebbe potuto prevenire “se avessimo conosciuto questi rischi“: l’uomo ha infatti raccontato che spesso si rendeva conto del fatto che il figlio fosse rimasto davanti al computer tutta la notte invece di dormire, nonostante lo rimproverasse e tentasse di farlo uscire con sua sorella.
La famiglia sta ora raccogliendo fondi per Youth Sports Trust in memoria di Louis.