L’atteso verdetto finale nel processo per la morte di Licia Gioia arriverà il 23 luglio. È stata infatti fissata per quella data l’udienza per la sentenza di primo grado nel procedimento avviato per far luce sulla morte del maresciallo dei carabinieri, Gioia.
Il suo corpo venne trovato senza vita la notte del 28 febbraio del 2017, nella casa che condivideva con il marito, in zona Isola, a Siracusa. Proprio l’uomo, Francesco Ferrari, 46 anni, agente della Questura di Siracusa, è l’imputato.
Per la Procura di Siracusa e per la famiglia Gioia, Licia sarebbe stata uccisa dal marito, al culmine di una lite. I colpi di pistola partiti dalla calibro 9 di ordinanza nella sono stati due, il primo quello fatale. Almeno così ha appurato il medico legale incaricato dai magistrati, Francesco Coco.
Una tesi però non avvallata dai periti del gup del tribunale, secondo i quali la tesi del suicidio è la più plausibile, come peraltro da sempre sostenuto dalla difesa dell’imputato attraverso altre perizie.
Non sono mancati i colpi di scena nelle ultime udienze. In una delle ultime, i consulenti hanno simulato quei tragici minuti consumatisi nella casa della coppia. La pubblica accusa, rappresentata dal pm Gaetano Bono, e la difesa della famiglia, assistita dall’avvocato Aldo Ganci, hanno invece mostrato in aula una foto scattata dai Ris al palmo della mano destra di Licia, con tantissimi puntini rossi che non sarebbero compatibili con l’impugnatura della pistola.
Attesa, a questo punto, la sentenza di primo grado del processo svolto seguendo il rito abbreviato.