Due mesi fa, a emergenza in corso, all’ospedale Maggiore di Cremona il reparto di ostetricia era stato l’unico a non essere trasformato in terapia intensiva per i pazienti Covid. Le nascite erano diverse però: niente padri, familiari, visite dei parenti.
Tra venerdì e sabato, in quella stanza tornata alla normalità, in 24 ore sono nati quindici bebè, dieci bambine e cinque bambini, tra cui due gemelli. Una sorpresa che ha fatto gioire un po’ tutti, dopo quei mesi di buio. Questa volta è stata la sala parto a chiedere i rinforzi: l’ultimo dei neonati è venuto alla luce in una stanza di degenza, perché in ostetricia i posti erano al completo.
Il primario di ginecologia Aldo Riccardi parla di «un segnale di rinascita», medici e infermieri sottolineano come questo sia un piccolo record: «Quindici parti in un solo giorno non erano mai avvenuti», dicono, loro che fino a qualche settimana fa erano in prima linea nelle corsie di uno degli ospedali più colpiti dall’emergenza.
«Abbiamo visto nascere un bimbo dopo l’altro, lavorando senza sosta», spiega la dottoressa Annalisa Abbiati, che tra sabato e domenica era in turno insieme al dottor Gaetano Scalzone. È stato un lavoro di squadra tra medici, ostetriche, infermieri e operatori socio-sanitari.
Le neo-mamme stanno bene, alcune sono già state dimesse con i loro piccoli, altre rientreranno a casa nelle prossime ore. C’è un nuovo motivo per festeggiare a Cremona. Dove fino a poco fa il suono era quello delle sirene delle ambulanze, ora ci sono tanti bebè che piangono. Le culle al completo sono il simbolo della rinascita.
fonte corriere.it