«Buongiorno a lei. Sì sì, certo che sto bene. Per forza. Mi chiede qual è il segreto?». Glielo chiediamo — domanda non originale ma obbligata — e scoprirete la risposta strada facendo. Del resto la storia di Piera Sala è storia di Milano, e abbiamo tempo perché il tempo, qui, è un concetto straordinariamente relativo. Un’esistenza scandita dai numeri pari e tondi, la sua: classe 1910, residente in città dal 1930, e in questo 2020 pronta a festeggiare i 110 anni. Domani. E domani, festa in famiglia con numero limitato di ingressi per evitare assembramenti. Le regole come regola di vita. A Milano, nessuno ha l’età di Piera e in pochi si avvicinano. E tranne fisiologici (limitati) disturbi, per esempio all’udito, tranne la (relativa) diminuzione dei movimenti, Piera va avanti, sorride e guarda al domani. Anche se c’era già prima di gran parte della città, nel senso letterale, e potrebbe concedersi di sbirciare indietro e ancorarsi ai ricordi, lei non lo fa.
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