Da carabiniere e sindacalista del Sim di Palermo, all’inizio di marzo, subito dopo il blocco contro il Coronavirus, aveva preso carta e penna ed aveva chiesto al comando regionale di garantire tutte le misure di sicurezza ai militari in servizio, rifornendoli per esempio di guanti e mascherine. La risposta – inaspettata – alla richiesta dell’appuntato scelto Francesco Sortino era stata però durissima: era stato infatti trasferito dal comando provinciale, dove lavorava, ad una piccola stazione. Adesso però – ed è un atto senza precendenti nella storia della Repubblica – la vicenda si è chiusa con una conciliazione tra le parti davanti al giudice del tribunale del Lavoro, Giuseppe Tango, ed il carabiniere-sindacalista è tornato al suo posto.
Una vicenda quella al centro del procedimento che è di fatto la prima che riguarda una forza armata che si svolge davanti alla giurisdizione ordinaria, anche perché soltanto dal 2018, con una decisione della Corte Costituzionale, si è dato il via libera alla creazione di organi sindacali anche nell’Arma.
A portare il comando regionale dei carabinieri ed il ministero della Difesa davanti al giudice era stato proprio il Sim, ritenendo che nel sollecitare la distribuzione di dipositivi di sicurezza ai militari (diversi dei quali peraltro erano risultati poi positivi al Covid-19) non si sarebbe fatto altro che cercare di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori e dunque un’attività prettamente sindacale e legittima.
La difesa di Sortino e del Sim (rappresentata dagli avvocati Aurora Notarianni del Foro di Messina, dall’avvocato Antonio Avino Murgia del Foro di Cagliari e dagli avvocati Massimo Pallini del Foro di Roma e Franco Scarpelli del Foro di Milano) riteneva antisindacale il provvedimento di trasferimento del militare.
Non c’è stato però bisogno di entrare nel merito della questione – e questo a tutto vantaggio di una giustizia già in affanno – perché davanti al tribunale del Lavoro i vertici dell’Arma e il ministero hanno deciso di aprire un dialogo e di fare marcia indietro sul trasferimento. Per la conciliazione, che ha chiuso definitivamente la controversia, hanno espresso soddisfazione tutti i componenti del Sim, in particolare il segretario generale nazionale, Antonio Serpi, e il segretario generale regionale, Maurizio Mastrosimone, che hanno sostenuto Sortino in tutte le fasi del procedimento.“
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