Aveva 41 anni Emanuele Anzini, era un appuntato scelto in servizio alla compagnia di Zogno. L’episodio lo ricordiamo tutti, come ricordiamo il suo sorriso. Emanuele venne travolto nella notte tra Domenica e Lunedì, durante il servizio.
Si trovava impegnato in un posto di controllo quando un cuoco 34enne, italiano, lo investì. L’investitore è stato condannato con rito abbreviato (sconto di un terzo della pena= lo scorso 14 febbraio. Per lui, nove anni di carcere.
Secondo quanto ricostruito, la notte della tragedia, il cuoco si era messo alla guida dopo una serata di eccessi.
L’uomo aveva avuto in precedenza la patente sospesa in passato per guida in stato di ebbrezza e l’aveva riavuta da soli tre mesi. Il precedente dicembre era stato denunciato per omissione.
La sera del 17 Giugno 2019, quella in cui morì Anzini, il cuoco, di ritorno da una serata di eccessi, notò una pattuglia dei carabinieri appostata con i lampeggianti accesi per un posto di controllo.
L’appuntato Emanuele Anzini, vedendo l’auto arrivare intimò l’alt. Consapevole di aver bevuto troppo il cuoco proseguì la corsa. Il militare venne travolto. Il suo corpo sfondò il parabrezza, venne trascinato per diversi metri e rimase sull’asfalto senza di vita. L’investitore fuggì.
Tentativo vano. Dopo una decina di minuti tornò indietro e venne arrestato dalla polizia stradale di Bergamo. Aveva un tasso alcolico di 2,97 grammi per litro, quando il limite di legge è 0,5.
fonte sostenitori.info