Ancora una giornata di follia e violenza nel carcere Nuovo Complesso di Rebibbia a Roma, con un appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria appartenente al Gruppo Operativo Mobile che, aggredito da un detenuto al 41bis, si è visto quasi staccare la falange di un dito per un morso. Lo denuncia in un comunicato stampa la Segreteria Nazionale del Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
“Il detenuto è riuscito a dargli un forte morso, tanto da procurargli delle ferite profonde sulle dita della mano, tanto che un dito ha quasi perso la falange. Speriamo finisca presto questo massacro nei confronti della Polizia penitenziaria, anche con strumenti idonei per garantire l’incolumità degli Agenti. Servono, e il SAPPE lo rivendica da tempo – inascoltato dalle istituzioni deputate ad intervenire – urgenti provvedimenti per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola “taser” e spray al peperoncino”, denuncia il Segretario nazionale del Lazio Maurizio Somma.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE che si trova davanti al carcere di S.Maria Capua Vetere in una manifestazione di solidarietà agli Agenti del carcere, esprime vicinanza ai colleghi di Rebibbia e denuncia: “quel che è accaduto, di una violenza inaccettabile, ci ricorda per l’ennesima volta quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. Rinnoviamo, alla luce del grave fatto accaduto a Rebibbia, la richiesta di un incontro con i vertici del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione Penitenziaria per affrontare gli eventuali interventi da adottare, come ad esempio proprio le tutele da assicurare al personale in servizio”.