La madre viene ricoverata in rianimazione per coronavirus e i carabinieri accudiscono il figlio paraplegico rimasto solo e disperato. È una storia in cui si intrecciano malattia, morte e solidarietà quella che arriva da Palermo. A raccontare tutto è il sindacato militare dell’Arma.
“Era il 9 aprile – raccontano i carabinieri – e un uomo rimasto solo e abbandonato lancia il suo appello”. Siamo in piena emergenza Covid e la madre dell’uomo è ricoverata in ospedale per crisi respiratoria, in isolamento. “Lui paraplegico, inchiodato, non ha notizie, non è accudito, è solo è disperato. Il suo grido rimbalza tra i centralini, la sua emergenza rischia di perdersi tra quelle di tanti. Eppure la sua telefonata arriva al centralino del comando provinciale dei carabinieri di Palermo”.
E così, nonostante l’emergenza sanitaria sia nel suo acme, la richiesta di emergenza transita al reparto che si occupa di grandi eventi, grandi disastri e contenimento dell’ordine pubblico. Il comando con i suoi uomini è già impegnato in tutta la Sicilia nella fase del contenimento e in vari interventi nei centri di accoglienza e soggiorno.
“Gli uomini si trovano comunque, e intervengono – prosegue nel racconto il sindacato militare -. Contattano il malcapitato, i carabinieri apprendono le sue esigenze e necessità. Si recano in ospedale per chiedere della signora. Lì vengono immediatamente bloccati, sigillati in tute protettive, isolati. Non si arrendono. Apprendono della gravità della madre dell’uomo che era ricoverata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Cervello di Palermo, ricevono gli effetti personali della moribonda, una collanina, la sua fede di matrimonio e quella del marito. Poche cose ma che in quel momento rappresentano il tutto della povera famiglia”.
L’uomo trovato in casa solo e disperato, senza notizie della madre
La donna morirà tre giorni dopo. Il maresciallo Maggiore Paolo Pumilia e l’appuntato scelto Mario D’Aniello però non desistono e “muovendosi tra infetti e sfidando il Covid” vanno a casa dell’ammalato, forse “anche lui gravemente infettato. Lo trovano sofferente e solo, senza notizie della madre, totalmente disperato. I militari mettono a repentaglio la loro incolumità senza pensarci, accudiscono, confortano, consegnano quanto ricevuto in ospedale al figlio costretto a letto. Ma la loro sagacia e sacrificio, va oltre, nei giorni a seguire, e fino ad oggi, continuano a seguire il signore come adottato per dovere, assegnatogli da una legge di natura, che il forte protegge il debole, un senso di altruismo non comune”.
L’uomo, non contento dei ringraziamenti diretti, ha dettato una lettera ad un vicino per esprimere tutta la sua graditudine all’Arma. La missiva è stata inviata poi al comandante generale dei carabinieri. “Questa – concludono dal sindacato – è una storia che non può essere affidata all’oblio ma ai posteri per la giusta memoria”.
fonte today.it