In una lettera inviata oggi al Fatto Quotidiano il capo della Polizia Franco Gabrielli fa sapere di non avere intenzione di candidarsi a sindaco di Roma. E lo dice caro e tondo a Marco Travaglio.
“Da alcuni giorni si rincorrono voci sulla mia possibile candidatura al vertice del Comune capitolino. Come peraltro già avvenne allorquando ricoprivo l’incarico di Prefetto di Roma.
Mentre manca ancora un anno al voto, gli schieramenti politici stanno lavorando, come è giusto che sia, per l’individuazione dei possibili candidati e l’opinione pubblica commenta, come è altrettanto giusto. Ringrazio quanti stanno pensando a me, ma credo sia doveroso dire, senza alcun infingimento o inutile tatticismo, che la candidatura a Sindaco di Roma non fa parte dei miei orizzonti”.
Gabrielli: non ci penso per niente
“Da tempo, anche qui senza usare un linguaggio obliquo, vado sostenendo la necessità di limitare il diritto di elettorato passivo, la possibilità cioè che un funzionario dello Stato, con un ruolo apicale, si candidi nel territorio in cui svolge la sua funzione. Non voglio scomodare considerazioni circa la necessità di restituire dignità alla Politica, sottraendola alla ricerca affannosa di un ‘Papa straniero’.
Perché non è giusto “mischiarsi”
Mi limito a rilevare – prosegue Gabrielli – come chi ricopre incarichi pubblici, soprattutto di grande visibilità, goda di una posizione di vantaggio rispetto agli altri contendenti, ‘dopando’ in tal modo la competizione elettorale. Ma l’argomento che trovo dirimente è l’esigenza di riaffermare il carattere terzo della funzione amministrativa: una tardiva ‘discesa in campo’ genera inevitabilmente il sospetto che il comportamento di quel funzionario ed i suoi atti siano stati condizionati dai suoi convincimenti ideologici o dalle sue ambizioni politiche. E ciò semplicemente non può essere”.
fonte 7colli